Di Staso: “In riferimento alla Festa Patronale in onore di Maria SS di Siponto”

Di Staso: “In riferimento alla Festa Patronale in onore di Maria SS di Siponto”
IN RIFERIMENTO ALLA FESTA PATRONALE IN ONORE DI MARIA SANTISSIMA DI SIPONTO
In riferimento alla da poco conclusa Festa Patronale in onore di Maria SS di Siponto, mi e stato chiesto un intervento nella qualita di Garante per la tutela dei diritti delle persone con disabilita del nostro Comune.
Ebbene, poiche e trascorsa piu di una settimana dalla fine di quella che per noi e considerata la Festa piu bella dell’anno e la mente e ormai serena per esprimere un proprio pensiero, quel che mi riesce spontaneo e il doveroso e sentito plauso verso l’intera organizzazione, al Comitato in primis per l’eccellente risultato, all’Amministrazione Comunale per il necessario supporto tecnico e logistico e a tutti i collaboratori, istituzionali e non. Da credente, a volte scettico, ho vissuto momenti intensi guardando e rimirando le immagini della solenne processione della Madonna di Siponto e, direttamente, partecipando alla processione, nelle acque del Golfo, dedicata al nostro Sant’Andrea pescatore di anime, con dedica spontanea a tutte le vittime del mare. Chi ha avuto un papa marinaio e pescatore, come il mio, sa per l’esattezza quale commozione si prova in quel breve viaggio in mare, nel turbinio di ricordi, emozioni ed affetti volati in cielo e che in quel giorno nuotano in quell’acqua che sa di sale.
Ma, oltre l’aspetto religioso, che poi e il vero fulcro della Festa, un obiettivo molto sentito e che ha accompagnato l’intera sequenza delle manifestazioni e degli appuntamenti programmati e stato il coinvolgimento delle persone fragili. Sia i singoli che le associazioni, quelle che si occupano di persone con disabilita, persone sofferenti, quelle che svolgono il loro servizio in favore degli anziani e quelle che si dedicano ai bambini, hanno avuto un ruolo. Tutti hanno avuto un ruolo importante e significativo e, in questa bellissima Festa Patronale, che possiamo considerare come l’inizio di quel modo di pensare che dovrebbe essere normalita e non eccezionalita, la vera inclusione quella alla quale tutti dovremmo mirare e che la diversita non deve essere un valore aggiunto, eccezionale, bensi un valore perenne e consolidato. Ho sempre detto, quando si parla di inclusione che questa magica parola e probabilmente la piu usata ma anche la piu abusata di questi ultimi anni e non sempre, come dovrebbe essere, ci si pone o ci poniamo l’obiettivo del superamento di ogni tipo di barriera, finalizzandolo alla partecipazione: a volte, purtroppo, involontariamente o, in alcuni casi, per mancanza di simpatia o per le piu svariate ragioni, frutto delle debolezze umane, si produce il contrario. E quel che si e verificato in questa nostra Festa autentica e popolare e che, per la prima volta in assoluto, tutti sono stati per davvero inclusi, anche e soprattutto quelle persone che non fanno parte di organizzazioni o associazioni varie e, per tanto, va dato il giusto merito al Comitato, che in pochissimo tempo e lavorando ininterrottamente ha realizzato questo risultato che ha dello straordinario. Poi, puo pure succedere che ci sia qualche lamentela, che qualcuno ha subito, non per volonta, un torto o vi sia stato qualche errore di valutazione o anche una semplice mancanza per distrazione: e fisiologico.
Quando una persona in carrozzina si trova a dover superare l’ostacolo di uno scalino troppo alto o insormontabile o quando una persona con difficolta cognitive non riesce a comprendere quel che gli viene suggerito; quando un non vedente non trova ad un semaforo nessun segnale sonoro, quando sul palco non c’e l’interprete della lingua dei segni o quando uno scoppio o un rumore troppo forte mette in crisi una persona con spettro autistico, otteniamo l’effetto contrario. Costringiamo quella persona a non partecipare, a non includersi, a vivere stati di ansia e di crisi, suo malgrado a rinunciare a qualcosa che dovrebbe essere di tutti.
La piazza del 28 agosto, e non solo quella, mi ha dato l’idea di un particolare senso di Meraviglia, mi ha dato l’idea di una missione non solo compiuta per quel preciso momento ma anche obiettivata ad avere una sua continuita. I colori, i sorrisi, le parole che sono state dette, le luci che sono state accese non sono state solo quelle delle luminarie, sono state la consequenzialita di un percorso in cui la vera inclusione e stata anche quella del riconoscimento dei propri limiti.
A Vincenzo, a Monica, a Gianpio, a Francesco, a Fabio Egidio, a Vittorio, ad Antonio, a Nicola, a Silvana, Elvira, Maridele, alla giovanissima Giada, a Dino, a Massimo e a tutti del Comitato, scusandomi per qualche nome che sicuramente sfugge, nel mio ruolo di Garante per la tutela dei diritti delle Persone con disabilita, non posso che dire grazie. E, per dirla con quel sostantivo, con quella parola usata e abusata, mi sono e ci siamo sentiti inclusi!
Manfredonia, 11.09.2025
Prof. Vincenzo Di Staso Garante dei Diritti delle Persone con Disabilita del Comune di Manfredonia