Manfredonia – GUARDO attraverso un’immagine mistica tra cielo e mare, colta nell’aria calda di novembre in un pomeriggio di silenzio,osservo attentamente le nuvole di grazie di una rinascita tutt’uno alla superficie dell’acqua stesa, come un’anima colma di tranquillità – come una giornata di una serena stanchezza buona. Questo chiarisce che la nostra città sotto le onde è viva, e porta su tutta la sua energia di sopravvivenza a voler far continuare la sua storia in una “parola” che sia la nostra.
A proposito del vento che soffiava umido ,nelle mattine di bianche d’aria di via Tribuna,quei rami spezzati per terra ,come gli alberi più alti sul marciapiede… che si intrecciavano contro una facciata di un vecchio palazzo. Me lo raccontava la mamma che ora dimora nell’altra luce: io ancora non potevo vedere questa meraviglia;non ero ancora nato in quel sonnacchioso via vai… vedevi due personaggi molto particolari – che vendevano l’acqua, facevano su e giù per le vie – figlio e babbo,mentre era molto importante il venditore di abiti e prodotti anche per l’igiene,magro un po’ alto, con la carretta berciava con una voce strana e un’andatura strana e malaticcia e il comportamento un po’ da scemo,vendeva e chiedeva e con movimenti scoordinati sorrideva.
Codesta persona portava con sè tutta la fioritura della gente; che accontentava il più possibile ..col suo cappottino striminzito,con una mano sulla carretta e con l’altra fumava e digrignava nella sua instabile salute:qualcuno lo prendeva per scemo…ma era evidente ch’era un po’ malato. aveva anche in metallo piccoli recipienti per versare l’olio sul pane..il benedetto che dava sostanza e facoltà all’organismo…del buon periodo.

Contava la sua presenza tutti i giorni specialmente nella zona di Monticchio ,fino giù alla via del mare del Largo Diomede, proprio di fronte alla rigogliosa sorgente, col suo sorriso stonato. In brevi tratti seduto al gradino di marmo di un portone a riposarsi.. e continuando a fumare una sigaretta di carta bianca: mentre saliva sempre più nel cielo gonfio e bianco minaccioso di nuvole, se ne stava con lo sguardo all’aria di un vento di rinnovo, che respirava in attesa del pranzo:pian piano il paese iniziava a diventare classico – del nostro profumo particolare di timo e di un fortissimo odore di sansa .
Di Claudio Castriotta

Manfredonia, storia di Peppin ‘lu scuriete‘
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