La storia della chiesa nei fondali al largo di Manfredonia

 STAVO a largo del Golfo insieme al mio babbo, in pomeriggio di pescata calma … scossi come richiamati da qualcosa di un’altra vita già vissuta . Fu per appunto un ritocco acuto di una campana che ci fece venire i brividi – stavamo solo in mezzo al mare … talmente chiara l’acqua che riuscimmo inginocchiati alla poppa con lo sguardo guidato quasi per magia o per miracolo o per qualsiasi cosa ci si vuol pensare… venimmo attratti da una luce larga a macchia di distanza, forse oserei dire addirittura inquietante , apparire come qualcosa salire quasi alla superficie, sui nostri miseri occhi… una chiesa e poi il suono forte di una campana che ci fece vibrare.


ERA di novembre, di un pomeriggio qualunque e la sera stava per cadere… io e il mio babbo ci guardammo  quasi per dire senza parlare, solo col gesto delle spalle e del capo: – Vedi pure tu quello vedo io ? La campana poi continuò con altri rintocchi ,ma questa volta erano fortissimi,ci facemmo il segno della croce e decidemmo di tornare seguendo la rotta verso il porto . Iniziò a venirci contro, quasi a coprirci all’ improvviso , una nebbia di caligine, forse per via per la troppa calma del cielo. Dal Molo, il puzzo di lutezio , veniva avvolto dai dolci di castagnaccio tipico  dell’autunno che le famiglie manfredoniane iniziavano a preparare.

Alla fine, con molta fatica ,riuscimmo ad imboccare la curva del faro illuminato che, girava vistosamente in mezzo a quel fumo della giornata, insolita sera , ormai sentivamo il vocio delle persone marittime…ansiose aspettavano spaventate un po’ incuriosite nel modo buono del termine per vedere chi ritornava dalla pesca in grazia di Dio.In un silenzio senza fiatare, quasi per rispetto per tutto quello che ci era accaduto e per la direzione santa che ci stava portando allo scalo, decidemmo di non parlare più come una penitenza dell’aria più malinconica del mese. È così che portammo questo segreto fino alla domenica quando il mattino ci manifestò la luce della dolcissima giornata sulla città benedetta, solo a quel punto… parlammo dell’ evento soprannaturale che ci scosse di lacrime profonde e sane, dal singhiozzo del cuore e felici dal ridere.


Di Claudio Castriotta

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