Uomo morto nella notte a Napoli. Il prefetto: “Fatto slegato dai festeggiamenti”

Ieri a Napoli, poco prima delle undici di sera, la città è scoppiata in un grido liberatorio di gioia e felicità per la vittoria dello Scudetto. I festeggiamenti, che si sono svolti fino all’alba, si sono tenuti rispettando le norme di sicurezza preventivate dalla Prefettura.

Durante la festa, però, si sono contati un morto e tre feriti. La vittima, un ragazzo di 26 anni, si chiamava Vincenzo Costanzo, già noto alle forze dell’ordine e deceduto nella notte all’ospedale Cardarelli di Napoli. Il fatto, secondo gli inquirenti, sarebbe slegato dai festeggiamenti: la vittima, dunque, potrebbe essere stata protagonista di un raid mirato. Ad avvalorare questa tesi è la biografia della vittima: Vincenzo, infatti, è figlio di Maurizio, esponente del clan D’Amico attivo a Ponticelli. Secondo il Corriere del Mezzogiorno nel 2021 il giovane era stato condannato a otto anni per associazione camorristica e droga.

Il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, ha precisato espressamente che il fatto di sangue non è riconducibile ai festeggiamenti della notte. “La morte dell’uomo è assolutamente slegata rispetto ai festeggiamenti. Quello che mi preme sottolineare è il senso di responsabilità dei napoletani: ieri c’era un divieto di circolazione ed è stato largamente osservato. C’erano dei varchi con uomini delle forze dell’ordine a presidiarli. La macchina dell’organizzazione ha funzionato”. 

Anche il sindaco della città, Gaetano Manfredi, ha sottolineato l’importanza di dividere i due fatti e di non sporcare la bella pagina sportiva che ieri il Napoli, dopo trentatré anni di attesa, ha scritto. “Non bisogna dare un messaggio sbagliato. Questo morto che c’è stato è legato ad una dinamica che non c’entra niente con la festa. Si tratta di una persona che ha precedenti penali importanti. Probabilmente si è trattato di un regolamento di conti che ha trovato l’opportunità della festa. L’episodio ha una cornice completamente differente”. 

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