Rai, Maggioni fuori dal Tg1, arriva Chiocci. Passate le nomine meloniane

La notizia del giorno, per quanto riguarda la Rai, è stata occultata e messa in secondo piano dalle dimissioni di Lucia Annunziata. La giornalista, che ha abbandonato il servizio pubblico perché non condivide le manovre del governo per conquistare la Rai, ha lasciato l’azienda che ha anche diretto per un periodo nel giorno in cui il consiglio di amministrazione Rai ha dato il via libera alle nomine per le direzioni delle testate. L’amministrazione Roberto Sergio ha proposto nomi molto vicini all’attuale governo di Giorgia Meloni. 

Il voto è stato a maggioranza, tranne i voti contrari della presidente Marinella Soldi, quello di Francesca Bria, quello del rappresentante dei dipendenti Riccardo Laganà. Il membro in quota ai grillini, Alessandro Di Majo, si è astenuto. 

Al Tg1 fuori Monica Maggioni e dentro Gian Marco Chiocci, al Tg2 Antonio Preziosi, mentre al Tg3 è stato confermato Mario Orfeo. Francesco Pionati, invece, è il nuovo direttore del Gr, mentre a Rai Sport arriverà Jacopo Volpi. 

Nominati anche i nuovi dirigenti dei generi del servizio pubblico: fuori Stefano Coletta, volto della Rai draghiana, al suo posto (per l’intrattenimento) è arrivato Marcello Ciannamea. Angelo Mellone (intrattenimento day time), Paolo Corsini (approfondimento), Nicola Rao (direzione comunicativa), Francesco Giorgino (ufficio studi). Confermata Silvia Calandrelli (cultura), Maria Pia Ammirati (fiction), Luca Milano (kids), Elena Capparelli (digitale). 

Ridimensionati (di molto) Stefano Coletta che andrà alla distribuzione, Monica Maggioni che si occuperà dell’offerta informativa e Andrea Vianello che andrà a dirigere la Tv di San Marino. 

Le nomine hanno provocato dure reazioni da parte dell’opposizione in particolare del Pd: “Nella Rai del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non c’è posto per le donne e non c’è posto per il pluralismo”, contestano in una nota Sandro Ruotolor esponsabile nazionale informazione, cultura e culture, memoria del Partito Democratico e Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di vigilanza Rai. Per la maggioranza, invece, le scelte sono legittime e parlano di “inizio di un nuovo corso”.

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