L’ultimo sole di un anno per Lili

Manfredonia – SI accasciò sulla prua con il corpo ghiacciato: neanche il sole di luglio lo scaldava ! Sentiva un dolore e un liquido molle che gorgogliava e batteva alle spalle ininterrottamente.

Due anziani di bordo mangiavano fette di pane freddo col provolone,uno di loro chiese:– Lili se hai fame qui c’è la tua porzione – Con lo sguardo inerme di sudore che gli colava sulla fronte, non rispondeva; annaspava la vita nella malattia, debole.

Allineati in direzione del castello; al largo della vecchia Vieste, Vincenzo , l’anziano di bordo lo accudiva con una bottiglia d’acqua, lo faceva bere.

Nel pomeriggio gli venne una febbre altissima che fece temere per la sua salute, tanto da decidersi di riportarlo indietro per mare a Manfredonia!

Ormeggiarono la barca, l’afferrarono e lentamente lo portarono a casa, con fatica lo misero a letto, la moglie guardava spaventata la sua faccia stanca e segnata dal pallore. Ignari della gravita delle febbre passò tutta la notte ,con cure di medicinali a portata di mano ! La sua voce un lamento fievole che chiedeva aiuto.

Il mattino seguente Michelina uscì di casa a chiamare il dottor Vincitorio, che arrivò dopo qualche ora a visitare il malato febbricitante,con due occhi arrossati di lacrime. Lo visitò per bene, da capire più o meno la sindrome: secondo lui era affetto da una macchia polmonare! Poi con una siringa gli aspirò un liquido di pus e di sangue dalla spalla sinistra, più di un litro e mezzo: la bacinella, un putire! Il paziente riprese un respiro di sollievo, il dottore disse:– Signora suo marito è grave, fatelo visitare dal dottor Nicola Centra che ha una clinica a Foggia, lui è uno specialista e potrebbe dirle di che si tratta con esattezza.

Dopo alcuni giorni, Michelina decise di portarlo anche se i soldi non erano tanti per pagare Matteo detto Lili. Viaggiare in un treno, poco conveniente, per uno che si reggeva a malapena nelle scarpe. Partirono la mattina,con lei sua suocera Maria Saveria a rinfrancare il cuore!In quel treno di quel scompartimento la gente si allontanava, nel vedere Matteo accasciato al sedile tutt’ossa e pelle, qualcuno:– Quel signore ha la tubercolosi. Arrivati a Foggia si trascina a braccetto alla moglie e alla madre!

Finalmente in clinica, il dottor Centra li accolse educatamente ,poi un colloquio e una visita medica, radiografie poi di nuovo con una siringa gli spirò due litri di liquido,forse non ne aveva più in quel letto con poche speranze e poca luce. Sentì la diagnosi “Una forte pleurite essudativa”: “– Suo marito potrà ritornare a lavorare ,guarirà ! Ci vorrà del tempo con le cure,ma deve anche mangiare !.

Era pasqua e il dottor Vincitorio passando da quella via chiese a mia madre: Signora poi suo marito è morto? – Dottore venga con me – Lo portò in casa ,dove vide mio padre sano e salvo:- Gesù mio! Si commosse lo vide in salute, con un vestito elegante! Era ritornato a pescare dopo un anno dall’ultimo sole, finalmente a vivere.

Di Claudio Castriotta

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