“Il bambino che nascerà chiamatelo Matteo”

Manfredonia – La primavera più pura è più calda, splendeva sulle onde verdi del mare posato tranquillo, come una vita vissuta di un’onesta essenza di logica profumata e fiorita del suo colore, aprendo i polmoni delle porte del Gargano, dove i voli dei falchi nel cerchio della valle,basso sfioravano il cuore aperto del verde folto,il pastore che guardava le pecore seduto sul sasso.

Giù nella pianura sulle mura di gesso accanto al giardino c’era un vialotto che portava al mercato ittico;mio zio Michele passeggiava su quel viale polveroso col carrettino e il cavallo, aveva un’aria simpatica da rossino, le navi suonavano mezzogiorno, un mare salato dava appetito.

Mio nonno non l’ho mai conosciuto so,però, che fumava un sigaro americano perchè stava in Venezuela; ogni tanto tornava coi dollari e col vestito gessato,col cappello sembrava un pascià nell’aspetto, povero nel sacrificio; i suoi baffoni li ho guardati ieri in una foto con mia nonna,spirito ironico, sempre pronta a sorridere e a fare scherzi a volte di cattivo gusto. Nonno Vincenzo era severo, nonna Maria Saveria – sorrideva contro il suo mormorare un po’ pesante, ma preciso come l’ orologio del suo taschino.

Nel aprile di molti anni fa nonna era in attesa del terzogenito che sarebbe poi stato mio padre. Alcuni giorni prima che venisse al mondo,a nonna nella notte le apparve in sonno un frate accanto alla sua camera che bussava alla sua porta .

Portava nelle mani un cesto con dentro un neonato. Il monaco le parlò dicendole:- Il bambino che nascerà chiamatelo Matteo! Al suo risveglio rimase un po’ stupefatta pensando! Il 10 aprile nacque e lo chiamò come l’apostolo! Tutto era vero – come l’estate che si avvicinava all’anima e al cuore ❤️

Di Claudio Castriotta

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