L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, in una delle aree più frequentate del quadrante nord-est della capitale. La giovane, fuori sede, sarebbe stata sorpresa mentre cercava di raggiungere la fermata del bus notturno. Secondo la denuncia, tre uomini l’avrebbero immobilizzata, trascinata in un punto isolato e violentata, prima di dileguarsi rapidamente. La ragazza, scioccata e dolorante, si è poi presentata al pronto soccorso del Pertini, dove ha trovato la forza di raccontare tutto ai medici e ai carabinieri. Da qui prende avvio una delle inchieste più delicate degli ultimi mesi per la città di Roma.
La ricostruzione e le prime verifiche degli inquirenti
Secondo la denuncia presentata ai carabinieri, la giovane — dopo essere scesa dalla stazione Metro B1, fermata Jonio — stava cercando un autobus notturno per tornare a casa quando, intorno a mezzanotte nella notte tra sabato e domenica, tre uomini le sono improvvisamente piombati addosso. Due l’avrebbero immobilizzata, mentre un terzo l’avrebbe violentata. Dopo l’aggressione la ragazza è riuscita a chiedere aiuto: attorno alle 3 del mattino si è presentata all’Ospedale Sandro Pertini, dove ha sporto denuncia. La Procura di Roma ha immediatamente aperto un fascicolo e delegato ai carabinieri della Compagnia Montesacro l’intero impianto investigativo. Il primo passo è l’acquisizione dei filmati delle telecamere, dalla metropolitana alle vie laterali, nella speranza di individuare tracce dei tre uomini o movimenti compatibili con il racconto della vittima.
La zona, soprattutto nelle ore notturne, è caratterizzata da pochi flussi di pendolari e lunghi tratti bui. Per questo gli investigatori considerano le immagini di videosorveglianza un elemento cruciale: se funzionanti, potrebbero restituire i minuti precedenti e successivi all’aggressione, fornendo l’identikit dei sospetti o almeno un percorso di fuga. Anche le testimonianze dei residenti e degli utenti dei mezzi notturni sono al vaglio, nel tentativo di comprendere se la ragazza fosse stata osservata o pedinata già all’interno della metro.
Il clima nel quartiere è teso. Molti residenti parlano di una sicurezza percepita sempre più fragile, mentre la comunità studentesca chiede interventi rapidi su illuminazione, pattugliamenti e trasporti notturni. Il timore che una giovane possa essere assalita rientrando a casa rappresenta un campanello d’allarme che la città non può ignorare, perché tocca la libertà di movimento e la serenità di chi vive Roma per studio o lavoro.
La vicenda resta in una fase preliminare. Non sono stati diffusi nomi né identità, non c’è ancora un sospettato preciso e gli accertamenti medico-legali sono in corso. Saranno le analisi tecniche a stabilire se vi siano riscontri oggettivi compatibili con quanto denunciato. La verità giudiziaria richiede tempo, ma la necessità di proteggere chi vive la città è immediata.


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