Ricordo delle estati di Zio Michele Trimigno (U Sardone)

Manfredonia – Le mattine d’estate in piena calura – indossava sempre una maglia intima aggrovigliata. – zio Sardone ; osava sempre mettersi quasi vicino al marciapiede dove batteva l’ombra afosa  della piccola via del Villaggio Sant’Andrea – Io mi ricordo ero sereno e beato – tra quello sguardo severo di zio. Il Sardone era di nome Michele Trimigno, che abitava al secondo isolato lotto B.In pratica dopo la chiesa. Lui abitava al piano di sopra, per esattezza al numero 15, mentre i miei genitori al piano di sotto, numero 17.

Il Sardone: era così che lo chiamavamo noi e la Manfredonia che lo conosceva.

Lui sostava per parecchie ore alla sedia…

seduto all’inverso come se stesse in bicicletta. Guardava persone passare che andavano giù al mare alla scogliera…chiamata “Conca anche  L’ ortu i vricc”. Tutti gli facevano un grande saluto . SEMBRAVA fosse il custode del villaggio. Mi chiamava quando venivo in ferie dalla Toscana – ci teneva tanto che io lo salutassi. Era ormai rimasto solo…gli portavo il saluto e una tazza di caffè caldo…con il meraviglioso odore marino di mattina…di quelle spensierate – mi faceva molte domande…poi quando stanco tornava su in casa. Questo é stato il suo ultimo ricordo.Poi scesi a Manfredonia per il suo funerale – non avevo mai visto un corteo a quella maniera – c’era gente venuta da varie parti d’Italia…il feretro venne portato alla Chiesa del Carmine…con una carrozza di lusso mai vista prima…con due cavalli e un corteo di silenzio e rispetto. Poi capì cosa volesse dirmi ;in quelle sue ultime mattine estive – che voleva tanto parlare con me…perchè stava male e da li a poco avrebbe lasciato quella sedia e la sua ultima brezza marina.

Di Claudio Castriotta 

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