Prende 83 alla maturità ma rifiuta. Pietro chiede al ministro Valditara 60

Prende 83 alla maturità ma rifiuta. Pietro chiede al ministro Valditara 60.

C’è chi rifiuta di sostenere l’orale e chi rifiuta il voto. È il caso di Pietro Marconcini, 19 anni, fresco di maturità al liceo scientifico Plinio Seniore di Roma.

Dopo aver sostenuto l’orale, ha inviato una lettera al ministro dell’istruzione Valditara, chiedendo un abbassamento del punteggio a 60, il voto minimo per ottenere il diploma e una revisione dell’intero sistema:

“Caro Ministro, mi chiamo Pietro Marconcini e sono uno studente di 19 anni che si è appena diplomato presso il Liceo Scientifico Plinio Seniore di Roma, con un voto di 83 centesimi. Ho deciso di scriverLe questa lettera a seguito di una lunga e profonda riflessione, iniziata dopo aver letto le notizie di quelle studentesse e di quegli studenti che, durante la prova orale del loro esame, hanno deciso di rimanere in silenzio in segno di protesta. Dal mio punto di vista, la scuola pubblica dovrebbe rappresentare a pieno i valori della nostra Costituzione e, in tal senso, penso che il dialogo e il confronto ne siano alla base; non le nascondo il profondo dispiacere che ho provato nello scoprire, invece, da parte Sua, una risposta che va nella direzione opposta, annunciando una riforma che costringerebbe a ripetere l’anno chi sceglierà di rimanere in silenzio durante il colloquio orale”.

Ad oggi – prosegue il ragazzo – la scuola non rappresenta più quel luogo di crescita, sia sul lato dell’istruzione che per l’aspetto dell’educazione come futuri cittadini e cittadine di questo paese ma, invece, ci sembra che l’unico obiettivo del sistema scolastico sia quello di assegnarci voti in un clima, spesso e volentieri, di competizione tossica”. E prosegue: “Per tutte le lacrime versate, per tutte le crisi nervose avute, per tutte le prese in giro, le critiche subite a causa di un sistema scolastico alienante e cieco, per tutti i sorrisi che ci sono stati sottratti, Ministro, io le chiedo di ridurre il mio voto attribuito al termine dell’esame di stato a 60/100. Non riesco a riconoscermi in questo sistema scolastico, basato sulla competizione e che mi ha impartito questa valutazione, perché nessun altro debba subire ciò che ho vissuto io, e quelli prima di me.

Il liceale romano si è unito così alla protesta nata dal gesto di Gianmaria Favaretto, lo studente padovano che aveva scelto di non presentarsi all’orale per contestare il sistema dei voti, ritenendolo incoerente e non formativo.

Exit mobile version