Policlinico Riuniti Foggia: risarcimento da 30.000,00 € per gli infermieri demansionati. “Sentenza esemplare in Corte di Appello a Bari”

Policlinico Riuniti Foggia: risarcimento da 30.000,00 € per gli infermieri demansionati. “Sentenza esemplare in Corte di Appello a Bari

Se non ci sono gli OSS (operatori socio sanitari) in reparto e l’infermiere svolge mansioni inferiori, da oggi il risarcimento è di circa 30.000,00 euro a professionista (risarcimento maggiore se la percentuale applicata dal giudice è superiore al 15% per 10 anni retroattivi).

Si apre una strada per tutti quegli infermieri che vedevano persa una  causa in prima istanza già vinta nei tribunali di Foggia.

La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza a favore degli infermieri.

Collettivo infermieri autonomo: da questa sentenza nasce un precedente storico dove appellarsi.

La carenza di personale subalterno che conduce l’infermiere a svolgere mansioni inferiori è chiamato “demansionamento”.

Da oggi è risarcibile con almeno il 15% della retribuzione ordinaria mensile retroattiva di 10 anni. Vale a dire un risarcimento danni di circa 30.000,00 € cadauno infermiere (Risarcimento cospicuo: per intenderci è la cifra di circa metà liquidazione che un infermiere percepirebbe dopo circa 43 anni di contributi versati a fine pensione).

É per questo che è imperativo ribadire la necessità di provvedere alla carenza di organico subalterno nei reparti del Policlinico Riuniti di Foggia (sentenza 472/2024 pubbl. 18/04/2024).

L’Azienda Riuniti di Foggia deve comprendere che il demansionamento c’è e continua a sussistere in molti reparti. Vanno attivati concorsi ed avvisi pubblici (utilizzando fondi del PNRR) per sopperire alle carenze di organico. Un dialogo tra dirigenti e politica del lavoro pone le condizioni per risanare, attraverso un programma triennale, un deficit di personale che “piange” da sempre.

Collettivo Infermieri: soddisfatti della sentenza per tutti i colleghi infermieri che sono stati demansionati.

Finalmente emerge l’irresponsabilità e la prepotenza di una politica sanitaria che ha gravato coattivamente sulla schiena della categoria professionale infermieristica con la presunzione che il lavoro subalterno ricadesse nelle mansioni infermieristiche e non inferiori. Per essere più chiari: l’Infermiere così come il medico, a prescindere dalle diverse competenze e responsabilità, ricoprono ruoli diversi ma “in entrambi i casi di “professionisti sanitari” e sempre con un contratto di lavoro nazionale del comparto sanità.

Di conseguenza tali ruoli e competenze, nella fattispecie per l’infermier,e vanno rispettati e non possono essere né aggiuntivi o applicativi per competenze inferiori, tralasciando il lavoro contrattuale per il quale è stato assunto, ovvero di professionista sanitario.

E se il personale subalterno non c’è? L’infermiere è demansionato e la legge lo tutela (nel 99,9% dei casi in tutta Italia le cause perse in prima istanza sono poi state ribaltate a favore dell’infermiere in Appello e in Cassazione con risarcimenti cospicui).

Ecco i motivi per cui si emana una sentenza esemplare a favore degli infermieri del Policlinico di Foggia sentenziata dalla Corte di Appello di Bari.

Nella fattispecie era emersa una condizione strutturale di carenza di personale addetto allo svolgimento di mansioni di base, che aveva portato gli infermieri a svolgere le mansioni inferiori, quali: il rifacimento dei letti, la distribuzione del vitto, l’aiuto dei pazienti nel mangiare, l’igiene intima, così come può essere per intenderci l’igiene e la pulizia del viso e del cavo orale, il posizionamento di padelle e bidoncini per la diuresi e il loro svuotamento, detersione e disinfezione, la esecuzione di clisteri o “perette” evacuanti, la tricotomia, la movimentazione degli allettati, il trasporto in barella, l’utilizzo del sollevatore per carichi pesanti  ecc…, a questo oggi si potrebbe aggiungere anche la trascrizione diretta sui moduli o cartella elettronica dell’operatore subalterno (con password personale) che ha svolto tale mansione e che nel passato ricadeva sempre sull’infermiere.

Mansioni che costringevano l’infermiere a tralasciare ogni volta l’intero processo di nursing.

A portare avanti la difesa degli infermieri della Mar (reparto malattie apparato respiratorio) è stato l’avvocato e collaboratore del Nursind, Domenico De Angelis (sede Campobasso), esperto di diritto del lavoro, che ha richiamato le sentenze emesse negli anni precedenti sentenziate dalla Corte di Cassazione.

La Difesa del Riuniti presentava una tesi obsoleta, infondata e traballante. Non esistono i presupposti, gli infermieri senza oss svolgono mansioni inferiori, quindi c’è demansionamento con azione risarcitoria. Si ribalta la causa completamente a favore degli infermieri della Mar (malattie apparato respiratorio) per i termini e il risarcimento del demansionamento.

Finalmente una sentenza del lavoro, anche se sofferta, trae il profilo dei diritti acquisiti e professionali di tutti quegli infermieri che nel corso degli anni hanno visto sfilarsi una causa di primo grado già vinta (ricorrendo in difesa in Corte di Appello).

Il demansionamento infermieristico è stato riconosciuto anche a Foggia. Con questa sentenza si stabilisce definitivamente il ruolo della professione infermieristica e la necessità giurisprudenziale di pressare il Policlinico ad avere il numero necessario di Operatori Socio Sanitari e Pers.le Ausiliario all’interno di tutte le degenze ospedaliere (come deve esserlo per il rapporto infermieri/numeri posti letto ) evitando così di condannare nei prossimi anni il Policlinico Riuniti di Foggia in eventuali successivi ricorsi per risarcimento da demansionamento infermieristico.

Collettivo Infermieri Autonomo

Ospedali Riuniti – Foggia

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