PNRR opere pubbliche: quanto ha speso finora l’Italia?

Osservando il contesto nazionale contemporaneo, è possibile comprendere già ad un primo sguardo come, quello attuale, sia un periodo storico estremamente dinamico e peculiare, all’interno del quale enti pubblici e realtà private si trovano a fronteggiare giornalmente le sfide dell’innovazione e le responsabilità arrecate da una realtà sempre più affetta da avvenimenti impattanti, dalla pandemia ai conflitti internazionali. In questo specifico scenario, trova spazio una misura che, sin dalla sua introduzione, ha fatto molto parlare di sé, ossia il PNRR.

I fondi stanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza sono stati indirizzati a destinazioni d’uso differenti, sia per scopi pubblici che privati. Gli investimenti nelle opere pubbliche, finanziati attraverso il PNRR, sono soggetti a una serie di criteri e valutazioni volte a garantire l’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche e il massimo beneficio per la comunità; in tal senso è fondamentale precisare che le regole e le normative per l’assegnazione degli appalti pubblici – al riguardo invitiamo a consultare le categorie dei lavori pubblici sul portale Soasemplice.it – sono applicate rigorosamente, garantendo trasparenza, equità e competizione sul mercato.

Da queste premesse si evince chiaramente come l’impegno dei governi susseguitisi nel periodo di introduzione e utilizzo dei fondi del PNRR abbiano assunto un approccio estremamente oculato nei confronti del dispendio delle risorse introdotte dal piano in oggetto. Allo stato attuale, però, il nostro Paese avrebbe speso circa la metà dei fondi erogati dall’Unione Europea nell’ambito del PNRR. Ricordiamo che il totale acquisito dall’Italia all’introduzione della misura fu di 102.5 miliardi di euro, da cui – allo stato attuale delle cose – ne andrebbero detratti 46.65. Va detto, inoltre, che il PNRR è destinato a utilizzi differenti e che, pertanto, nell’ambito delle opere pubbliche il Paese avrebbe ancora diverse risorse da poter sfruttare in termini economici. Scopriamo il dettaglio al riguardo nelle prossime righe.

Fondi PNRR: il dettaglio sul dispendio nazionale nell’ambito delle opere pubbliche

Come già precedentemente accennato, il nostro Paese, nel complesso, sarebbe arrivato all’incirca alla metà del dispendio totale delle risorse erogate dall’Unione Europea nell’ambito del PNRR. Sul fronte delle opere pubbliche – complice anche la peculiarità della burocrazia ad esse relativa – i fondi spesi sarebbero indietro rispetto ai programmi. La Corte dei conti avrebbe, infatti, quantificato un totale di 168 miliardi di euro, con il Paese che avrebbe attuato circa l’11% delle risorse disponibili.

La scadenza prevista per il dispendio dei fondi sarebbe prevista al 2026, con diversi lavori ancora da compiere nell’ambito delle diverse infrastrutture. Nella fattispecie, il ministero dei Trasporti dovrebbe ancora spendere circa 33 miliardi, spendendone poco più di sei dall’erogazione dei fondi. Intanto, l’Unione Europea ha fatto sentire la propria voce attraverso la figura del Commissario per l’Economia Gentiloni.

Quest’ultimo avrebbe spostato l’attenzione sul panorama economico rallentato italiano, per il quale l’impegno nell’attuare i piani di recupero sarebbe fondamentale per ritornare in una condizione di equilibrio. Un frangente decisamente controverso, insomma, quello del Paese che, dall’erogazione dei fondi del PNRR, avrebbe cambiato tre presidenti in carica.

Il quadro complessivo secondo Giorgia Meloni

In un contesto così dinamico e ricco di sfide, emerge l’opinione della premier Giorgia Meloni che avrebbe espresso orgoglio nei confronti dei molteplici obiettivi conseguiti durante il suo mandato. La Presidentessa del Consiglio, comunque, non avrebbe mancato di sottolineare l’importanza di continuare a lavorare, mantenendo la medesima direzione per poter portare a termine l’agenda impostata nell’ambito degli investimenti relativi al Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza.

Nel conteggio della spesa, inoltre, rientrerebbero le cifre stanziate come crediti di imposta del Superbonus, Industria 4.0 e gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo. In ogni caso, la premier ha sottolineato la presenza di diversi lavori e obiettivi ancora da conseguire.

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