Manfredonia, pescatori sul piede di guerra

Manfredonia, pescatori sul piede di guerra per lo stop dall’UE sulla pesca a strascico

“Un settore delicato, complesso, difficile, influenzato, condizionato in maniera forte dalle indicazioni europee secondo le quali i pescatori italiani dovrebbero smettere di pescare”, il sottosegretario alle politiche agricole e forestali, Patrizio La Pietra, non usa mezze parole per tratteggiare la situazione della pesca in Italia come del resto è stata rappresentata dalla viva voce dei pescatori di Manfredonia che hanno voluto incontrare l’esponente del governo italiano, per esprimergli le preoccupazioni, le difficoltà di espletare una attività secolare.

Un dialogo fitto e approfondito tra pescatori e sottosegretario che era accompagnato dalla senatrice Anna Maria Fallucchi e dal consigliere regionale Giannicola De Leonardis.

Lo scrive oggi La Gazzetta del Mezzogiorno – Capitanata.

“Noi siamo contrari, a tale indicazione. In Europa devono capire che lo strascico è una questione di pesca, ma anche sociale ed economica” dice il sottosegretario.

“Noi sosteniamo che quello che si fa nel Mediterraneo deve essere deciso dai Paesi del Mediterraneo e non essere calato dall’alto dei Paesi del nord che hanno condizioni ambientali e modalità di pesca differenti”.

“I pescatori italiani e quindi di Manfredonia, devono essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio e con il giusto guadagno” sottolinea La Pietra.

 I problemi pendenti sulla pesca sono tanti e incidono sulla efficienza dell’attività di pesca. Tra queste la player della filiera ittica, Michela Cariglia, ha posto la questione della “armonizzazione delle concessioni demaniali per l’acquacoltura che ha regole da rispettare come il pescato. Vanno unificate a livello nazionale” ha rilevato spiegando che “attualmente ci sono regole diverse da regione e regione, comune e comune e via dicendo: acquacoltura e pescato sono sullo stesso piano e la crescita dell’imo vale quella dell’altro”.

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