La storia di Giuseppe Sciarra, ex vittima di bullismo, rinato dalle proprie ceneri
Giuseppe Sciarra, ex giornalista di Canale 21 e oggi regista cinematografico, aveva qualche anno fa raccontato la sua esperienza di bullismo attraverso un breve documentario intitolato “Ikos”, parola greca che significa “fenice”. Il progetto era scaturito dall’esigenza di condividere un’esperienza personale e di sensibilizzare il pubblico su un tema molto delicato e dibattuto.
L’infanzia nella provincia foggiana
Nel documentario, Sciarra ripercorre la sua adolescenza trascorsa in un paese della provincia di Foggia, Rodi Garganico, dove dominava la legge del più forte. “Sono l’ultimo di quattro figli. Dall’età di otto anni – racconta – alcuni miei coetanei hanno cominciato ad additarmi come omosessuale. Sono iniziate le minacce, le percosse, le umiliazioni e le calunnie. Hanno cominciato a farmi terra bruciata, a emarginarmi e a spingermi a emarginarmi”.
A quei tempi, il regista pensava di essere lui quello sbagliato: “Vivevo in un contesto in cui la normalità era fare i delinquenti e umiliare l’altro, io mi sentivo sbagliato. All’inizio non mi confidavo con nessuno. Mi vergognavo: avevo paura che dicendo di essere bullizzato e di essere additato come omosessuale potessi deludere i miei genitori. Così, in un certo senso, davo ragione ai bulli”.
Sciarra ricorda anche i pensieri suicidi già dall’età di nove anni, alimentati dalle violenze subite: “Questi pensieri sono stati instillati dalle violenze che ho avuto dai miei coetanei, che si divertivano a farlo. Non solo a me”.
On Amazon Prime Video: Ikos
Ikos, Episode 3, The Ticket Show, Prime Video
” Quindici minuti che non si dimenticano!”
“Devastante e necessario.”
“Catartico.”
“Da fare vedere e rivedere nelle scuole per fare capire cosa sia il bullismo ai bulli ma anche agli insegnanti e ai genitori.”
“Un’esperienza sconvolgente che devi metabolizzare dopo averla vista.”
Un percorso di rinascita e impegno sociale
Dopo aver superato il trauma, Sciarra ha avviato un progetto per contrastare il bullismo e il cyberbullismo nella regione Lazio, dove, in veste di formatore, ha mostrato il suo breve film e condiviso la sua storia con gli studenti delle scuole superiori. “Partire dalla mia storia per parlare di quella dei ragazzi è stata una vera terapia. Le loro paure e i loro racconti mi hanno aiutato a comprendere meglio chi mi aveva fatto del male e quanto fosse importante lasciar andare vecchi rancori”, ha rivelato il regista. Da questa esperienza è nata anche una collaborazione con il consigliere comunale di Rodi Garganico, Michele Azzellino, molto sensibile alle tematiche sociali e inclusive. e Azzellino, ha svolto un ruolo fondamentale nel favorire la riconciliazione tra Giuseppe Sciarra e il suo paese d’origine, Rodi Garganico, dove il regista è stato vittima di bullismo durante l’adolescenza. Grazie al suo sostegno e alla sua sensibilità, Sciarra ha deciso di tornare nel paese che, dagli anni ’90, è diventato una rinomata meta del turismo balneare italiano, affrontando così un importante passo nel suo percorso di crescita personale.
Giuseppe Sciarra ha dichiarato: “Sentivo l’esigenza di chiudere definitivamente un capitolo della mia vita. Ritornare a Rodi Garganico dopo tanti anni era necessario per il mio percorso di crescita. Sono grato a Michele Azzellino per aver organizzato questo evento importante per sensibilizzare la gente di Rodi sul bullismo. Ho ricevuto da lui sostegno, stima e rispetto per la mia storia. Mi sono sentito accolto e preso per mano come da un vecchio amico. Questo evento non è stato solo un’opportunità per raccontare la mia storia, ma un momento di profonda pacificazione con il passato e con la comunità di Rodi.”
L’inaugurazione, tenutasi presso l’Hotel Villa Americana, ha attirato una folla commossa, desiderosa di mostrare solidarietà e affetto. La presenza della panchina gialla, simbolo di lotta contro il bullismo, ha rappresentato un gesto di grande sensibilità civile e un invito a riflettere sull’importanza di creare ambienti inclusivi e rispettosi.