La perla di Caputo vale la conferma del Manfredonia in D
Nella prima frazione di gioco, confrontandomi con un amico da casa, avevo pensato ad una sostituzione, quella di Caputo per un Diambo in seria difficoltà.
Questa sostituzione a consuntivo si è rilevata di fondamentale importanza. Quando mancava qualche minuto alla fine, ecco che il direttore assegna un calcio di punizione similare per distanza a quello concesso a Gravina.
Nessuno crede alla prodezza balistica, tranne qualcuno altro abituato ad immortarle quando il sesto senso suggerisce che il pallone finirà in porta.
E così è, pallone retrocesso di mezzo metro per ordine dell’arbitro, fischio di esecuzione e pallone che con traiettoria perfetta finisce in rete gettando nello sconforto più assoluto i calciatori dell’Ugento.
Un’autentica doccia fredda per i locali che speravano di poter giocare i tempi supplementari e portare a casa la permanenza in serie D.
In effetti, l’ Ugento, nonostante le importanti defezioni, ha sempre tenuto io pallino del gioco, con giocate corte e verticalizzanti. Era chiaro che quella fosse la tattica dettata da Mr Oliva, pressing asfissiante, gioco corto e verticale per mettere in difficoltà il Manfredonia ed impedirgli di ragionare.
Un primo tempo da dimenticare mentre la seconda frazione di gioco si è visto qualcosina in termini di dinamicità, con l’inserimento a sinistra di De Luca, Metaj a destra con licenza di spingere più che difendere al pari di Porzio che entrato in area forniva un assist al bacio che attraversava l’area piccola senza esito.
Poi arriva la punizione che vale la permanenza nella serie D, l’unica cosa meritevole di essere menzionata ai posteri lettori. Si conclude una stagione difficile, partita con i migliori auspici e terminata invece con il sofferto play-out di Ugento risolto da Antonio Caputo , colui che dovrà essere ricordato come l’autentico uomo della provvidenza.
L’uomo i cui goal sono valsi una decina di punti circa, senza dei quali sarebbe stata probabilmente retrocessione.
Vadano a te, in primis, i complimenti, Antonio, al Mister, ed anche a tutti i compagni di squadra, per aver creduto e cercato con il coltello tra i denti la salvezza, arrivata nel finale di campionato, fortunatamente a suon di prodezze individuali.
Una retrocessione sarebbe stato uno smacco troppo devastante da sopportare, per la società che ha effettuato ingenti investimenti economici, per i calciatori sulle cui qualità tecniche mai alcun dubbio è stato nutrito e per gli appassionati tifosi del Manfredonia Calcio e della città intera che merita di avere una squadra nel campionato nazionale di serie D.
Si concorda con il Patron quando nel post partita evidenzia che siano stati commessi diversi errori che avrebbero potuto compromettere l’esito della stagione.
Ecco, appunto, prima ci si goda la salvezza per qualche giorno e poi si mediti sugli errori per ridurli al minino nella prossima stagione. Quella di Manfredonia è una piazza importante che metterebbe tanto per la grande passione di cui è animata. Sperando che si programmi per tempo e con belle prospettive.
Antonio Castriotta