La grava di San Leonardo, una delle più grandi d’Europa, un vanto naturalistico del Parco Nazionale del Gargano

La grava di San Leonardo, una delle più grandi d’Europa, è un vanto naturalistico del Parco Nazionale del Gargano.
Le grave sono cavità carsiche ad andamento verticale e nel territorio garganico ce ne sono tante, prima tra tutte la grava di Campolato.

Il rilievo laser scanner di Luigi Caputo

rilievo laser scanner e restituzione 3D tridimensionale grava san leonardo

La grave si apre sui primi contrafforti del versante meridionale del promontorio a circa 5 km dalla chiesa di San Leonardo in Volara. L’area è attualmente interessata da seminativi.
La grave rappresenta un tipico inghiottitoio di crollo, caratterizzata da un ampio imbuto iniziale che scende poi per circa 80 metri. Verso la base un cono detritico conduce sul fondo.  Nella prima parte della cavità a diretto contatto con la superficie, la presenza di piccoli anfratti consente la nidificazione di una colonia di taccole. La grave è stata oggetto di reiterate operazioni di smaltimento illecito di rifiuti, con grave inquinamento delle falde. Recentemente tutta l’area è stata messa in sicurezza per evitare il perdurare di tale situazione.   

La cavità si apre in posizione centrale all’interno della conca omonima a quota 463 m. Il contesto di inserimento è particolarmente suggestivo per l’anfiteatro naturale creato dalle pareti calcaree e per le strette incisioni vallive colonizzate da vegetazione arborea e arbustiva. L’area è prevalentemente utilizzata per il pascolo.

La grave di Campolato è la più profonda di tutta la Puglia. La corona di rilievi e la forma della conca carsica descrivono in anticipo il forte ruolo idrografico svolto dalla cavità. Durante le piogge essa si trasforma in un torrente di acque che vorticosamente si insinuano nel sottosuolo.
L’inghiottitoio inizia con un pozzo profondo 100m. che sbocca in una ampia cavità. Da questo punto una galleria scende con una leggera pendenza, intervallata da piccoli salti. La cavità prosegue tra ambienti di particolare bellezza creati dal passaggio impetuoso e segreto delle acque. Queste hanno modellato pozzi, canyon, vasche e laghetti, in un articolato labirinto di roccia ancora non del tutto esplorato. La cavità è esplorabile solo personale esperto, ma non manca di richiamare speleologi da tutta l’Italia e anche dall’estero.

La cavità si apre in posizione centrale all’interno della conca omonima a quota 463 m. Il contesto di inserimento è particolarmente suggestivo per l’anfiteatro naturale creato dalle pareti calcaree e per le strette incisioni vallive colonizzate da vegetazione arborea e arbustiva. L’area è prevalentemente utilizzata per il pascolo.


La grave di Campolato è la più profonda di tutta la Puglia. La corona di rilievi e la forma della conca carsica descrivono in anticipo il forte ruolo idrografico svolto dalla cavità. Durante le piogge essa si trasforma in un torrente di acque che vorticosamente si insinuano nel sottosuolo.
L’inghiottitoio inizia con un pozzo profondo 100m. che sbocca in una ampia cavità. Da questo punto una galleria scende con una leggera pendenza, intervallata da piccoli salti. La cavità prosegue tra ambienti di particolare bellezza creati dal passaggio impetuoso e segreto delle acque. Queste hanno modellato pozzi, canyon, vasche e laghetti, in un articolato labirinto di roccia ancora non del tutto esplorato. La cavità è esplorabile solo personale esperto, ma non manca di richiamare speleologi da tutta l’Italia e anche dall’estero.

Fonte Testi: Sito ufficiale Parco Nazionale del Gargano

Fonte Foto: http://www.luigicaputo.com/

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