Io e il muro del Molo di Ponente

Manfredonia – QUANDO ero bambino , camminavo sul muro del Molo di Ponente – largo trenta quaranta centimetri… lungo all’incirca di più di 200 metri,fino alla parte finale dove attraccavano le gigantesche navi mercantili  – da commercio di grano e bouxite – la famosa terra rossa …  più in là c’era il grande Faro affacciato sul mare sconfinato. Ricordo correvo come un matto e non mi chiedevo  –  “e se cadevo giù in modo rovinoso” ? Provavo una gioia immensa , mi pareva di volare come un gabbiano in carne e ossa.

Sulla memoria del mare dell’anima, poi scendevo una scalinata di pietra…e mi ritrovavo dall’altra parte del Molo , dove c’ era il Molo dei numeri , “che era pieno di ammassi di pietre lisce e un pò rugose tipo scogli” – dei numeri perchè misurava  l’altezza delle acque. “IO SPESSO” – mi facevo il bagno in quel mare freddissimo di marzo, al numero 14 e se mi veniva il coraggio anche al numero 16 , dove l’acqua era più alta – quando uscivo tremavo di brutto , mi mettevo ad asciugare al sole tiepido – ma più delle volte mi vestivo direttamente gocciolante… a proposito di scala, dava proprio in faccia al Villaggio del mio cuore – quando viveva un sogno nel profumo di marzo ; che stasera ho accanto lo sguardo, quando tutto era sano ,di un respiro commosso.


Di Claudio Castriotta

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