Un infermiere è stato arrestato nella mattinata di oggi dai carabinieri della compagnia di Legnano con le accuse di maltrattamenti e violenza sessuale ai danni di due anziane ospiti di una Rsa. Le indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, hanno permesso di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dell’uomo.
L’inchiesta è partita lo scorso ottobre dopo la denuncia presentata dai familiari di una delle vittime, che avevano notato sul corpo dell’anziana segni di violenza. Da quel momento le verifiche si sono concentrate sull’analisi dei filmati della videosorveglianza, con l’installazione di telecamere all’interno della struttura.
Le immagini incastrano il 46enne
Le riprese hanno documentato scene inequivocabili. Nelle immagini si vede l’infermiere, un cittadino peruviano di 46 anni residente a Parabiago nel Milanese, avvicinarsi in più occasioni alle due donne sole a letto. Comportamenti che hanno confermato i sospetti degli investigatori e portato all’arresto dell’uomo, ora sottoposto ai domiciliari.
La svolta nelle indagini è arrivata in modo inaspettato durante un servizio di controllo nel quartiere Bolognina. Gli agenti della squadra mobile, impegnati nel contrasto allo spaccio, hanno assistito a una cessione di sostanze stupefacenti. Fermato l’acquirente, irregolare sul territorio nazionale, gli investigatori hanno notato una somiglianza con l’uomo immortalato dalle telecamere durante le violenze nella Rsa.
I successivi riscontri hanno permesso di appurare l’identità del sospettato, con gli inquirenti che hanno raccolto diversi indizi a suo carico. Il comando provinciale dei carabinieri di Milano ha sottolineato in un comunicato la gravità dei fatti contestati, evidenziando come l’uomo abbia approfittato della sua posizione di dipendente della struttura per commettere gli abusi.
Il caso riaccende i riflettori sulla sicurezza degli anziani ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, luoghi dove le persone più fragili dovrebbero essere protette e accudite. La rapidità dell’intervento delle forze dell’ordine e la collaborazione dei familiari sono stati determinanti per interrompere quella che si configurava come una serie di violenze ripetute.

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