Il Sabato Santo

Il Sabato santo è tradizionalmente giorno in cui non si celebra l’eucaristia, e la comunione si porta solamente ai malati in punto di morte. Viene invece celebrata la liturgia delle Ore; caso unico nell’anno liturgico, i vespri di questo sabato non sono considerati primi vespri della domenica seguente (la domenica di Resurrezione).

Nella notte si celebra la solenne veglia pasquale, che, nella Chiesa cattolica, è la celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico. In essa:

Le tenebre

L’Ufficio delle tenebre (latino: Officium Tenebrarum o Tenebrae) era costituito dalla celebrazione solenne del Mattutino e delle Lodi del giovedì santo, venerdì santo e sabato santo prima delle riforme del XX secolo. Si componeva del canto dei salmi, delle lamentazioni, dei responsori, del Benedictus e del Miserere e si celebrava le sere del mercoledì, del giovedì e del venerdì santo. Un rito particolare era lo spegnimento graduale di quattordici candele, poste su un candeliere triangolare con quindici candele, al canto di ciascun salmo. Al termine del Benedictus l’ultima candela non veniva spenta ma celata dietro l’altare, ad indicare l’arresto di Gesù, la cui luce però non si spegneva mai, lasciando alla fine la chiesa nell’oscurità totale; a questo punto il celebrante batteva un bastone sulla predella e tutti nella chiesa lo seguivano con raganelle o con legni o addirittura con gli zoccoli facendo rumore, come segno dello strepito fatto dai Giudei nell’arresto di Gesù. Questa tuttavia non era la liturgia centrale del Triduo, ma solo una parte delle ore canoniche. Rimanevano al centro del Triduo: il Giovedì santo con la Messa in Cena Dòmini, il Venerdì santo con la Liturgia in Parasceve e il Sabato santo con la Veglia Pasquale.

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