Grande confusione dell’Agenzia delle Entrate sui forfettari

“Cambiano i Governi, ma tutto resta uguale”. Adc (commercialisti), ‘stop lettere delle Entrate ai forfettari’

L’Adc, l’Associazione dottori commercialisti presieduta da Maria Pia Nucera, fa sapere, in una nota, che si assiste, “in questi giorni, ad un invio massivo di lettere di compliance relative a mancate compilazioni dei quadri Rs per i contribuenti forfettari.

In primis, rileviamo che è un dato di fatto che l’Agenzia delle Entrate ha oggi tutte le informazioni disponibili”, visto che “la fatturazione elettronica ha dato modo al fisco di conoscere il valore di qualsiasi acquisto, quindi perché, se non vi è l’obbligo di documentare un costo che, per i soggetti forfettari risulta irrilevante ai fini tributari, si chiedono dati già in possesso dell’amministrazione finanziaria direttamente presenti in anagrafe tributaria?”.

Il sindacato dei professionisti, poi, sostiene, in una nota, che “cambiano i governi, ma non la cultura del sospetto dell’amministrazione finanziaria, che non ricorda i suoi obblighi, ma solo quelli dei contribuenti. Le inadempienze informative sul quadro Rs non provocano alcun ostacolo ai funzionari del ministero dell’Economia a trarre qualsiasi dato dall’Anagrafe tributaria e dal cassetto fiscale in cui vengono tracciati tutti gli acquisti dei contribuenti italiani”.
    Pertanto, chiude l’Adc, “ulteriore confusione genera l’indicazione della sanzione in misura piena di 250 euro da una parte, e, contemporaneamente, l’omissione di una indicazione specifica della riduzione delle sanzioni spettanti secondo la tempistica dell’adempimento. Qualsiasi sanzione sarebbe, in ogni caso, sproporzionata e incomprensibile, visto il contesto dell’adempimento richiesto”, si legge, infine.

FORFETTARI, LA PROTESTA ANCHE DEI GIOVANI COMMERCIALISTI

“L’avvio dei controlli sui dati del quadro RS (dichiarazione dei redditi 2022) per i titolari di partita Iva con regime forfettario, messo in pratica dall’Agenzia delle Entrate, lascia stupefatti. Viene, infatti, chiesto, in caso di omissioni, di mettersi in regola presentando una dichiarazione integrativa e versando le sanzioni ridotte.


    Peccato che chi applica il regime forfettario non determini la base imponibile con il sistema “tradizionale” (differenza tra ricavi e costi), ma attraverso un coefficiente applicato al fatturato, indipendentemente dai costi che sono, quindi, ininfluenti”.

A denunciarlo il presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) Matteo De Lise, in una nota.


    Per la guida dell’associazione professionale, “inviando queste lettere, l’Agenzia afferma che i contribuenti che hanno barrato il campo ‘assenza di dati da dichiarare’ abbiano compiuto un’omissione rilevante. Ci domandiamo: cosa c’è di strano se un contribuente che non deduce costi dall’attività e, pertanto, che non ha interesse a sostenere costi, non abbia effettivamente nessun dato da dichiarare?

Lo scenario che si prefigura è che quasi tutti i forfettari raggiunti da queste lettere chiameranno il loro commercialista, ricontrolleranno la documentazione e molto probabilmente pagheranno la sanzione prevista indicando, con molta probabilità, un dato insignificante”, si legge.


    Per il presidente dei giovani commercialisti, “non è corretto neppure che l’Agenzia delle Entrate chieda notizia di dati già in suo possesso, come peraltro prevede sia la norma istitutiva del regime forfettario che lo Statuto del contribuente”, si chiude la nota dei giovani dottori commercialisti. 

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