“Estate, Padre Pio e la sua finestra segnata dai profumati pomeriggi pieni di commozione”

IL POMERIGGIO – era in uso che il santo frate – salutava i fedeli da quella finestra, e spesso piangeva – una finestra segnata da un cielo, è stata testimone di eventi straordinari, di mistiche ascensioni,di immane sofferenze, di quotidiani,singolarissimi“fatti di cuore”. Ha filtrato arcane luci di radiose aurore e ombre tenebrose di notti senza fine. Guardava il mondo lontano… attorniato
tra quegli alberi profumati di incenso e fiori…vicino a quella piccola finestra – con quel suo fazzoletto che asciugava  il pianto – quel frate Pio, al secolo Francesco Forgione, che con i favori di Dio ; ha toccato ogni  luogo in lungo e in largo , mentre con i suoi occhi ha parlato con il cielo intero. Padre Pio , in quegli anni difficili ,di quel grande vento di cambiamento, lui, il più grande essere che faceva rivivere l’anima – tra la terra della gente, che gli assorbiva quelle poche forze che gli rimanevano, fu cercato da tanti, la sua presenza era tra tutti, in ogni parte di moltissimi paesi.

E’ stato visto anche pur non muovendosi, da quelle mura grigie del Convento, sopra la piccola chiesetta, dove c’era e c’è quel crocifisso con il quale lui parlava, in silenzio in quei mattini lontani e deserti, da quel luogo sperduto abbandonato dell’epoca, quel posto che lo ha visto giovane, battere i piedi di sangue su quel pavimento di quei corridoi, lasciando impronte che ancora adesso portano ; ventate odorose nell’aria di quella che fu la sua sopravvivenza piena di carità nelle ventate calde estive.

Articolo di Claudio Castriotta

Exit mobile version