Dove si avvistava il Golfo Ungarettiano di Manfredonia

Fu denominato ‘U famos trone furrviare du ponte a mere’. Era un pezzo di ponte ferroviario, di faccia al Centro Motorio Andrea Cesarano, sorretto da trave di acciaio e da pezzi di binario in uso lavorativo compreso di terra dura un po’ granulosa, con il suo unico lungo binario verso la stazione che si diramava tra i tanti binari della “Ferrovia Centrale”. Il noto poeta Ungaretti – amava la nostra città e la tanto decantata Siponto , per il profumo delle nostre acque verdi e per le seppie.

Il pezzo di ponte che dava sul mare era l’estremo di un binario morto,un posto al di là della strada, dalla forma massiccia ,larga di pietra bianca idonea alla vita dei binari. A proposito di questi ultimi, come temperatura d’estate raggiungevano il calore più bollente che ci si possa immaginare, oserei addirittura definirlo rovente.

Poi il ponte aveva proprio all’ultimo punto fermo di terra battuta ed erba ai bordi, un’enorme trave di legno ,dallo spessore davvero consistente, stava ad indicare la fermata dei vagoni, ch’era era proprio a picco sugli scogli ricchi delle tante insenature d’acqua di mare “Du trone a mere”- per il commercio di bestiame e roba di vario genere. Ricordo a volte anche per un paio d’ore nel caldo pomeridiano, bloccava l’importante strada per Siponto – spesso quando non c’erano i vagoni mi mettevo a cavalcioni proprio come ci si mette in sella ad un cavallo, su quella trave zozza e unta a volte di grasso scuro ferroviario.

Di là, ancora oggi, posso assicurarvi che come veduta era la zona più centrale e magnifica della vista del nostro caro Golfo per detta degli esperti pescatori , il profumo dell’aria ti dava grazie e il cuore agli occhi di pace.

di Claudio Castriotta

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