Domenico Rignanese, giovane talento di 19 anni, è una figura che sta facendo parlare di sé a Monte Sant’Angelo e nel Gargano, non solo nel mondo dell’arte, ma anche in quello del cinema. Studente di Filosofia all’Università di Bari, Domenico è un vero e proprio poliedro creativo, capace di intrecciare in modo unico le sue passioni per la riflessione intellettuale, l’arte visiva e l’artigianato. Tra le sue ultime fatiche artistiche, spicca un presepe realizzato interamente a mano, unico per la sua straordinaria bellezza e per la cura dei dettagli. Il suo presepe è un’opera che racconta la tradizione, il legame con la sua terra e una visione personale della spiritualità. Ogni elemento del paesaggio, è stato scolpito con maestria, rendendo omaggio all’arte presepiale più autentica e alle radici culturali di una terra ricca di storia come quella di Monte Sant’Angelo. Le case del presepe, ispirate alle tradizionali abitazioni del rione Junno di Monte Sant’Angelo, sono realizzate in polistirene. Dopo aver creato la forma, sono state ricoperte con cemento, che, una volta asciutto, è stato colorato con vernici acriliche. Le mattonelle delle case sono state scolpite con il pirografo, un lavoro che richiede grande precisione. Le tegole sono invece realizzate con il Das e poi dipinte con colori acrilici, per rendere l’effetto maggiormente realistico. Le roccie e le grotte sono realizzate in polistirolo, ricoperte di segatura fine e cemento, anch’esse colorate con acrilici, per simulare l’aspetto naturale delle formazioni rocciose. Particolare attenzione è stata data al panificio Impagniatiello, che nel presepe riproduce l’antico forno del bisnonno del giovane artista. Successivamente, anche il nonno ha continuato a lavorare in quella bottega. Il pane, vero simbolo di tradizione, è stato modellato con il Das e dipinto con colori acrilici, per rendere l’idea del calore di un panificio che ha attraversato le generazioni. Ma Domenico non è solo un giovane artigiano: è anche il regista di un documentario dal titolo Curandum est. Inoltre, è noto per la sua innovativa “Basilica in cartone” di San Michele di Monte Sant’Angelo, un progetto realizzato a soli 16 anni. La sua poesia sulla restanza, inoltre, racconta l’importanza del legame con il territorio e l’identità di chi decide di rimanere, di radicarsi, anche di fronte alle difficoltà. La sua capacità di mescolare diverse forme di espressione artistica – dalla scultura alla regia cinematografica, dalla poesia alla riflessione filosofica – rende Domenico un vero e proprio punto di riferimento per i coetanei e un esempio di come arte e pensiero possano essere strumenti di cambiamento e crescita personale. L’epoca dell’ “usa e getta” spesso offusca la bellezza della manualità e delle tradizioni. Il suo presepe, così come tutte le sue opere, non è solo un inno alla bellezza, ma anche un messaggio di speranza per il ritorno alle radici.






