Concetta: la Sister Act sipontina che nel settecento mandava le folle in delirio

Quando arriva Natale, una delle cose che adoro è guardare i film che m’immergono nell’atmosfera della festa più bella dell’anno e al tempo stesso mi fanno tornare bambina (perlomeno con lo spirito).

Non importa quante volte li abbia visti, la magia è sempre identica! E vai con con quelle magnifiche pellicole sospese tra sogno e realtà o con divertenti commedie come ‘Una poltrona per due’ o ‘Sister Act’…E a proposito di Sister Act, se avete pensato che quella mattacchiona di Whoopi Goldberg abbia impersonato un personaggio surreale diventando trent’anni fa una star in abito monacale, forse non sapete che c’è qualcuna che l’ha preceduta nella nostra città molto, ma molto tempo prima.

Manfredonia, Anno Domini 1739: da padre architetto nasce a Manfredonia la prodigiosa Concetta Montoliva.

Concetta e le sue due sorelle iniziano già da bambine un percorso di musica e fede: cantano e suonano dilettando familiari e conoscenti, ma contemporaneamente pregano, pregano ardentemente, inginocchiate nella chiesa di Santa Chiara quasi fino a consumarsi le ginocchia.

Sant’Agostino amava dire che chi canta prega due volte e così le tre sorelle, cantando e pregando, pregando e cantando, sentono ardere dentro sempre più forte il fuoco della fede e decidono di prendere i voti tutte e tre insieme indossando l’abito presso il convento delle clarisse accanto alla chiesa di Santa Chiara.

Concetta, che indossa il velo a 19 anni, è però diversa dalle sue sorelle. È un’ottima pianista e compositrice e ha una meravigliosa voce da soprano, intonata e modulatissima, robusta ed estesa. Canta nelle solennità religiose, dall’alto della chiesa di Santa Chiara, nel coretto destinato alle suore, accompagnata dall’orchestra situata nel piano inferiore. La sua voce angelica manda in visibilio i fedeli che sempre più numerosi affollano le messe. La fama si espande e “accorrono ad ascoltarla non solo i suoi concittadini, ma anche dai luoghi vicini”, scrive in una nota conservata presso l’Archivio Segreto Vaticano l’Arcivescovo di Manfredonia Francesco Rivera. Tutti sono rapiti dalla sua voce melodiosa.

Intonando quelle arie sublimi, a volte tristi ed altre allegre, Concetta sente che la sua anima si avvicina di più a Dio, ma mentre lei è in estasi vocale, i suoi acuti sono tali che spesso il maestro deve frenarla per non spaccare i delicati arredi della chiesa. Le folle incuriosite non vedono mai il suo volto, che è nascosto dal velo, ma ne ascoltano solo la voce. Eppure questo basta a colmare gli animi di bellezza e ad infondere un’inspiegabile serenità, incantando le donne e facendo innamorare di lei gli uomini. Insomma, come una moderna pop star. Concetta Montoliva canta e prega, prega e canta, per tutta la vita, e si spegne in convento nel 1808.

Le sue spoglie riposano nella chiesa di Santa Chiara, insieme a quelle delle sue due sorelle e delle altre clarisse.

C’è chi dice, ancora oggi, di aver udito canti angelici anche quando la chiesa è vuota. Chissà, forse è suor Concetta che di pregare e cantare, cantare e pregare, non si stancò mai…

Maria Teresa Valente (articolo del 10 dicembre 2019)

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