Sono state depositate le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna di Ciro Grillo e dei suoi tre amici per violenza sessuale di gruppo. I giudici del tribunale di Tempio Pausania descrivono in 72 pagine un quadro inquietante, parlando di “particolare brutalità” nei confronti della studentessa italo-norvegese che li ha denunciati.
La vicenda risale al luglio 2019, quando nel residence di proprietà di Beppe Grillo in Costa Smeralda si consumò quella che i magistrati definiscono una violenza efferata. Ciro Grillo insieme a Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia aveva conosciuto la giovane, allora diciannovenne, insieme a un’amica diciottenne e le aveva invitate nella struttura.
Le parole dei giudici e l’attendibilità della vittima
“Il collegio ribadisce la piena attendibilità della persona offesa”, scrivono i giudici presieduti da Marco Contu. La studentessa ha reso fin da principio un racconto immutato nel suo nucleo essenziale, mentre le presunte contraddizioni evidenziate dalla difesa vengono definite fisiologiche e dovute alla difficoltà di ricordare infiniti dettagli di una vicenda risalente a qualche anno prima.
I magistrati sottolineano il carattere violento dei rapporti subiti dalla giovane. “La descrizione della persona offesa esclude senz’altro un’ipotesi di consenso, dato che si sono consumati in un contesto di costrizioni e impossibilità di reagire”, si legge nelle motivazioni. La ragazza si trovava in uno stato di fragilità di cui il gruppo non ha tenuto alcuna considerazione.
Particolarmente dure le parole sul comportamento degli imputati, definiti “coesi fin da principio” e accusati di aver agito “in un contesto predatorio e prevaricatorio”. Una brutalità di gruppo che secondo i giudici denota la natura premeditata e organizzata della violenza.
La condanna emessa lo scorso 22 settembre rappresenta la conclusione di un processo lungo e controverso, durante il quale la difesa ha tentato più volte di minare la credibilità della vittima. Le motivazioni depositate oggi respingono integralmente questa strategia, confermando la versione dei fatti fornita dalla ragazza fin dalla prima denuncia.

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