“Candelaro che sbalza contro l’essere che ignora la grazia”

FUMO di acqua in alto.. di discariche fognarie e veleni patogeni per l’uomo che vive ai confini di quel posto del Candelaro che sbalza contro, in avanti in lungo con la sue acque argillose che traboccano i margini al passaggio.

Si divide in tre .. tra un campo secco in pieno vento umido sul sentiero, ha un canto storico, scorrevole sul nostro corpo asciutto, possente nella mia mano del giorno.. viaggia in Capitanata e nel dintorno, spezza gli argini da una fascia geografica di basso rilievo trabocca la cartina,di contatto zona isolata al clima.

Sfiora il silenzio del luogo in custodia,batte sfocia vicino a una casa,accampati dentro una forgia: il fiume pulisce quella terra ruvida inondato dall’anima della vita … scava la sua nascita dalla montagna…pura e sana…poi l’essere umano inquina la sua acqua … sporca; mentre viene trasportato dalle paludi ,tra pietre di mura, e un pennuto di verde alla vista della strada. Sbattuto fino alla sabbia, sull’interlinea che incrocia la sua rovina… dell’essere che ignora la grazia.

Di Claudio Castriotta

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