Il progetto “Mobile Angel” è nato circa due anni fa ed è stato promosso immediatamente in alcune regioni d’Italia. L’ultima in questione è proprio Bari, che ha finalmente introdotto questo dispositivo “salvavita” anche grazie al finanziamento dalla Regione Puglia, di quasi 100mila euro; l’obiettivo comune e principale è quello di tutelare le donne vittime di abusi o violenze di genere.
Questa sorta di smartwatch è collegato 24 ore al giorno alla centrale dei Carabinieri e va in allerta dopo movimenti bruschi come uno strattonamento o più semplicemente tramite applicazione: il segnale viene immediatamente mandato proprio alla centrale operativa che manda la pattuglia più vicina.
Diverse le testimonianze a favore di tale strumento, come quella del Procuratore di Bari Roberto Rossi: “Questo piccolo ma fondamentale dispositivo ha il compito di prevenire determinati eventi e per aiutare la persona offesa a capire che c’è uno Stato presente“.
“Cerchiamo di eliminare lo spazio di rischio che le donne possono subire. Questa è una scommessa collettiva che dovrà sensibilizzare i cittadini, i quali hanno l’obbligo di diventare cittadini attivi” le parole invece di Ruggiero Mennea, Consigliere Regionale.
Ad avvalorare ulteriormente la progettualità collettiva e a lungo termine intrapresa, la collaborazione con “Soroptimist lnternational“, un’organizzazione di donne impegnate in attività professionali e manageriali: in questo modo, viene promosso l’avanzamento della condizione femminile con attività che formano un nuovo tipo di i coscienza, di sostegno e di rivolta contro gli abusi di genere.

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