97 anni fa il delitto Matteotti

97 anni fa il 10 giugno del 1924 a Roma-

piace ricordare l’anniversario del delitto Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924 con una frase – di una canzone antifascista a lui dedicata “Voi uccidete l’uomo, ma non la sua idea”.

Fu rapito e assassinato da una squadra fascista – capeggiata da Amerigo Dumini – in una violenza inaudita – dove gli fu macellata l’anima corporea – dalla volontà espressa dal Duce in persona – perchè Matteotti ; metteva terrore a chiunque – grande uomo di storia- grande mente contemporaneamente moderna… per un’ epoca mortificata dal fascismo macinava ad ogni costo le idee di quel momento sporco e balordo . Fu triste la sua brutta fine –   

Giacomo Matteotti – era nato a Fratta Polesine in provincia di Rovigo nel 1885, laureato in Giurisprudenza a Bologna – fu giornalista e dirigente politico: Segretario del Partito Socialista . Eletto deputato nel collegio di Ferrara e Rovigo.

Fu preso di forza , rapito ed assassinato in un modo brutale – da una squadra di fascisti per volontà di Mussolini ; per mettere a tacere l’antifascista, che denunciava gli imbrogli  elettorali e la corruzione del Governo. Quel giorno infatti – doveva tenere un discorso in cui avrebbe rivelato le sue scoperte sullo scandalo finanziario -in cui era coinvolto il fratello del Duce. Il corpo fu ritrovato – due mesi dopo, sepolto  in un bosco nel comune di Riano. La popolazione di Fratta Polesine, dove fu celebrato il funerale, partecipò numerosa  per il “Capo dei Lavoratori”, come affettuosamente lo chiamava la gente. Oggi la casa natale è diventata museo a testimoniare il sacrificio della vita – Giacomo – era noto perché aveva lanciato a Montecitorio accuse di incompetenza, incapacità e corruzione praticamente contro tutti i presidenti del Consiglio – con cui aveva avuto a che fare, da Nitti all’ormai anziano Giolitti, da Bonomi  a Facta. Non risparmiava nessuno, e infatti erano pochi a trovarlo simpatico, a parte i suoi compagni di partito. Giolitti – addirittura non voleva sentirlo neppure nominare. I liberali lo detestavano. I Repubblicani non lo amavano. Dopo la marcia su Roma, il suo bersaglio preferito divenne Benito Mussolini. I fascisti lo ricambiarono con un odio duro e talmente minacciosi … da lasciare scritto una frase : “uccidete me non le idee che sono in me”.

Di Claudio Castriotta 

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