TOTARO (M5S) TARI: COSTI INSOSTENIBILI E UN IMPIANTO FERMO DA ANNI. L’AMMINISTRAZIONE NON PUÒ PIÙ NASCONDERSI
In queste settimane il tema della TARI è tornato con forza al centro del dibattito cittadino. E giustamente: in troppi si sono visti recapitare cartelle con importi spropositati, spesso ben superiori alla media nazionale. Una situazione insostenibile, che mette in difficoltà i contribuenti. Ma continuare a discutere solo delle cifre, senza affrontare le cause strutturali che le generano, è miope e fuorviante.
La TARI si compone prevalentemente di due grandi voci: il costo del servizio per raccolta e igiene urbana, e il costi di smaltimento, selezione e conferimento.
Proprio su quest’ultimo aspetto, nel 2022 ho sollevato pubblicamente la questione dell’impianto di selezione dei rifiuti secchi non pericolosi, costato oltre 800 mila euro e mai entrato in funzione. Un impianto fondamentale, non solo per l’efficienza del ciclo dei rifiuti urbani, ma anche per ridurre il peso dei costi strutturali di gestione che oggi gravano in modo sproporzionato sulle tasche dei contribuenti.
A quasi tre anni dalla mia prima interrogazione e a quasi dieci dall’autorizzazione provinciale, nulla si è mosso. L’impianto è fermo. E con esso ogni possibilità di migliorare le performance di raccolta differenziata, abbattere i costi di selezione, conferimento, smaltimento e alleggerire la TARI.
Perché? Perché dopo la sospensione all’autorizzazione causata da una presunta incompatibilità con l’area SIC, tutto è rimasto bloccato. ASE, con il supporto del Comune, ha inoltrato richiesta di deroga nel 2017, poi reiterata più volte fino al 2020. Ma da allora è calato il silenzio. La verità è semplice: né le precedenti né l’attuale amministrazione hanno mai affrontato fino in fondo il problema. Nessun pressing in Regione, nessuna determinazione politica di sbloccare un impianto già installato, già pagato dai cittadini, e oggi abbandonato.
Questo immobilismo è inaccettabile. Soprattutto oggi, mentre si chiede ai cittadini di pagare somme esorbitanti per un servizio che potrebbe e dovrebbe costare meno grazie a questo impianto. Serve un’inversione di rotta immediata: il Comune deve riprendere in mano il dossier, convocare Regione e Provincia, e ottenere una risposta definitiva sulla deroga. Ogni ulteriore ritardo rischia di rendere l’impianto obsoleto o non più economicamente sostenibile.
Nel frattempo, ricordiamo che entro fine anno dovrà essere applicato il Bonus TARI previsto dal “DL Conte” (26 ottobre 2019, n. 124): una riduzione del 25% per chi ha un ISEE sotto i 9.530 euro e per le famiglie con almeno quattro figli. Su questo saremo vigili e attivi, ma è chiaro che non basta.
Queste agevolazioni non possono sostituire il compito più importante: ridurre alla radice i costi strutturali che rendono la TARI così alta.
I cittadini meritano risposte su questo impianto. Determinazione, non immobilismo