San Giuseppe Moscati: a Manfredonia i discendenti dell’ultima parente del santo protettore dei medici

Da quando imperversa la pandemia abbiamo tutti riscoperto e rivalutato le figure di medici, infermieri ed operatori sanitari, donne ed uomini che hanno scelto di mettersi al servizio del prossimo in una sorta di missione che va ben oltre un semplice mestiere.

Oggi, 12 aprile, la chiesa festeggia San Giuseppe Moscati, medico degli inizi del Novecento che passò l’intera sua vita a lenire le sofferenze altrui, in special modo dei poveri. San Giuseppe Moscati, nacque a Benevento nel 1880 e visse a Napoli, dove morì a soli 47 anni nel suo studio, colto da un infarto. A giusta ragione, per aver rinunciato ad agi e ricchezze per dedicarsi agli ultimi, è considerato il protettore dei medici ed è uno dei santi a cui i napoletani sono più devoti.

Eppure, c’è qualcosa che lega questo medico eccezionale al nostro territorio. Suo zio era Raffaele Basso, nato a Monte Sant’Angelo a metà dell’Ottocento, il quale si distinse, oltre che per il coraggio (da giovane si arruolò nei Corpi Garibaldini), per l’impegno politico. A vent’anni fu sindaco di Monte Sant’Angelo e a trent’anni fu deputato al parlamento nazionale.

Raffaele Basso, a cui è intitolata una strada nel quartiere Monticchio di Manfredonia, era sposato con Roxane de Luca, sorella di Rosa de Luca, mamma di Giuseppe Moscati.

Un figlio di Raffaele Basso e Roxane de Luca, Nicola Maria Basso, si stabilì a Manfredonia ed ebbe una figlia, Teresa Basso, che costruì la sua famiglia in riva al Golfo.

Oggi, dunque, a Manfredonia vivono i discendenti dell’ultima parente di Giuseppe Moscati, che avendo deciso di dedicarsi totalmente al prossimo non si sposò e non ebbe figli.

Ringrazio Silvio Simone Pellico, nipote di Teresa Basso, per avermi raccontato questa storia.

di Maria Teresa Valente

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