Manfredonia AVEVA l’illuminazione di una luce particolare di un paese sano – l’attesa era grande, ma i sacrifici erano tanti – in quegli alloggi Silos del Consorzio Agrario…quanta fatica, costretti sempre a ridursi all’ultimo minuto del momento. Quante nottate hanno fatto i famosi amanti ; dei “Carri Allegorici del Carnevale” – c’era tanto amore e nessuno si sentiva quacuno…come hanno fatto negli ultimi anni – riferimento a quelli che si sentono maestri o artisti come si vuole. Io da ragazzo non perdevo mai l’esclusuva , visto che abitavo al “Villaggio dei Pescatori” – (Sant’Andrea) – quindi correvo a spiare spesso i carri inediti , dai Silos di grano.



Ricordo i carri li spezzavano in due o addirittura in tre – per farli uscire nell’aria del Consorzio e riunirli.
Quanti bei ricordi dell’anima … ma non è più il caso di continuare – perché in questo paese ci sono troppi maestri e pochi allievi…caratteristica comune del manfredoniano doc – ” detto in dialetto ‘Voc apirte’ … imparate ad amare il sangue ; di una lunga tradizione : che per la Manfredonia passata si chiamava Carnevale.
Di Claudio Castriotta