Quel giramondo di Matteo

La storia di Matteo d’altra parte non è assolutamente banale. Nato primo di tre figli il 18 giugno del 1969 a Manfredonia in provincia di Foggia, aveva iniziato molto bene, prima con la maturità scientifica al liceo di Manfredonia poi con una laurea in Scienze Politiche, indirizzo Organizzazioni Internazionali, e studi compiuti nelle Università di Siena,di Leeds e di Westminster a Londra, poi alla Cattolica di Lille; tanto che nel 1994 ricevette dalla Commissione europea il Premio ERASMUS come miglior studente scambista italiano.
Sembrava avviato a una promettente carriera che iniziò con uno stage di formazione presso l’Unione europea dove, rimase quattro anni, con un anno di intervallo a Oxford, e questo, come lui stesso dice,“fu abbastanza per capire che il mio sogno si era trasformato in una noiosa routine poco internazionalistica nonostante l’ambito multinazionale in cui lavoravo”.

Salutò quindi la noiosa burocrazia di Bruxelles ed in generale decise di dare un taglio netto con la vita occidentale trasferendosi a Hurghada sulle rive del Mar Rosso dove trascorse quasi quattro anni dirigendo un’agenzia di promozione turistica e pubblicità. Questo fu un periodo di grande maturazione personale che gli fece capire quali siano le cose veramente importanti nella vita, liberandosi “dalle sovrastrutture del mondo moderno occidentale che, con il suo apparire più che essere, ci vende per bisogni materiali primari beni che in realtà non lo sono affatto” come ama ricordare lui stesso.

Per non meglio precisati “motivi sentimentali”, su cui da vero gentiluomo non ha mai voluto fornire particolari, nel 2003 cambiò continente e giunse a Saigon da dove ASCO Travel, un’agenzia viaggi presente in tutti i paesi del sud est asiatico continentale, lo mandò a dirigere la sede in Laos. Qui lo ho conosciuto e abbiamo cominciato a lavorare insieme. Per un anno ha poi diretto l’ufficio ASCO di Siem Reap – Angkor ed è quindi nuovamente tornato a Luang Prabang in Laos. Ora lavora sull’isola di Phu Quoc in Vietnam.

La sua passione per la bicicletta è di vecchia data, cominciata da adolescente quando era solito fare lunghi giri nel tavoliere delle Puglie, si è protratta per tutta la sua vita nei vari paesi dove ha vissuto avendo sempre avuto una bicicletta come mezzo primario di locomozione. Ma il suo girovagare per giorni coprendo migliaia di chilometri è qualcosa che ha cominciato qui in Asia, un po’ per caso un po’ per scommessa. Ce lo racconta lui stesso: “Tutto cominciò in Cambogia quando comprai una bicicletta a Phom Penh e la dovevo portare a Siem Reap a 300 chilometri di distanza. Chiesi al mio datore di lavoro consiglio e lui mi rispose scherzando ‘Potresti andarci pedalando!‘”. In quel momento qualcosa fece click nella sua testa e quel suggerimento dato per schernirlo divenne un po’ la sua ragione di vita. La mattina del giorno successivo, Matteo era sulla strada per Siem Reap dove arrivò tre giorni dopo esausto ma con addosso una magnifica sensazione di libertà. Da allora ha percorso miglia di chilometri in Indocina ed il tre giugno 2009 ha concluso la sua ultima piacevole fatica ciclistica percorrendo in 45 giorni i 5000 chilometri via terra che separano Saigon a Bali.
Continua Matteo: “Durante quest’ultimo viaggio mi è stato spesso chiesto se compissi quest’impresa per una qualche ragione umanitaria o se avessi degli sponsor, così è nata l’idea di dare un risvolto umanitario alla mia avventura da sogno: il Giro del Mondo in bicicletta”.[…]

Di Claudio Bussolino, (Luglio 2009)

 

I viaggi di Matteo (solo dal 2012 al 2015)

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