Ospedale Manfredonia: Cera segnala anche radiografo portatile fuori uso

Il consigliere regionale: “Servizio sospeso, ospedale abbandonato al proprio destino e cittadini senza diritti”

Fuori uso anche la radiografia mobile e conseguente servizio sospeso: è questa la drammatica situazione che il consigliere regionale Napoleone Cera ha potuto constatare ieri dopo un sopralluogo presso l’ospedale di Manfredonia.

“Al San Camillo, nosocomio pubblico della Asl Foggia, non funziona più niente, nemmeno il radiografo portatile. Ho visto con i miei occhi le sale vuote, i reparti chiusi, i macchinari fermi. Ora il radiografo, posizionato nella struttura per affrontare le emergenze, è rotto e inutilizzabile. Un disastro, è come se questo ospedale fosse stato abbandonato al suo destino”, tuona il consigliere.

I maggiori disagi si stanno registrando da diverse settimane, in particolare da quando sono stati avviati i lavori per rifunzionalizzare i reparti. “Ma è inaccettabile l’emergenza nell’emergenza, la Asl Foggia deve essere in grado di erogare tutte le prestazioni che un ospedale come questo deve alla comunità e invece siamo di fronte all’ennesimo disservizio – rimarca Cera -. Senza contare che in un giorno piovoso come questo, i pazienti che hanno bisogno di una Tac, quelle poche che sono ancora effettuabili in questa struttura, devono uscire fuori dall’ospedale, percorrere un tratto all’aperto per poi raggiungere i macchinari mobili”.

E mentre si consumano tutti questi disagi i cittadini di Manfredonia e non solo, sono costretti a riversarsi a San Giovanni Rotondo, intasando il Pronto Soccorso di Casa Sollievo, creando, loro malgrado, caos e sofferenza.

“L’alternativa? Pagare di tasca propria un centro privato – evidenzia il consigliere regionale -. E chi non ha i mezzi per curarsi? Chi deve rinunciare per tenere il bilancio di casa in equilibrio? Viene semplicemente abbandonato a sé stesso”.

“Questa è la sanità pubblica che dopo vent’anni di sinistra ci hanno lasciato: ospedali fantasma come quello di Manfredonia e cittadini senza diritti. La nostra prima proposta sarà semplice e chiara: ridare vita a queste strutture. Perché uno ospedale fermo o, peggio, chiuso non cura nessuno. I cittadini di questa provincia meritano di più”, conclude Napoleone Cera.

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