Si è presentato in questura a Foggia il giovane di 22 anni che era alla guida dell’automobile che il 26 gennaio scorso si è scontrata con quella condotta da Camilla di Pumpo, la 25enne morta in seguito alle ferite. Il 22enne si è recato dagli agenti della squadra mobile accompagnato dal padre e dal suo legale l’avvocato Michele Sodrio: “E’ un atto formale di autodenuncia” – ha spiegato il legale – “ma il mio cliente fin dalla sera del 27 gennaio si era messo a disposizione dell’autorità giudiziaria, prima ancora di conferirmi mandato. Non mi voglio unire al coro della retorica e delle parole vuote che ho sentito in questi giorni. Da parte mia e del mio cliente c’è il massimo e sincero rispetto per i genitori di Camilla e per tutta la sua famiglia, che sta vivendo questo dolore immenso in un dignitoso silenzio, da persone normali e perbene quali essi sono. La morte di questa giovane e bravissima futura collega ci lascia sgomenti e shockati, ma non possiamo sopportare la marea di bugie che abbiamo ascoltato e letto in questi tristi giorni”.
Il legale precisa che: “come è stato evidenziato nell’autodenuncia il 22enne non andava in controsenso su via Matteotti – dove è avvenuto l’incidente – e non aveva mai avuto la patente ritirata, “anzi – conferma ancora l’avvocato – conserva immacolati i 20 punti fin dal conseguimento. Non guidava affatto a folle velocità, non aveva bevuto o assunto droghe, vizi che non ha mai avuto perché tra l’altro è un giovane sportivo praticante, è del tutto incensurato e senza mai alcuna esperienza precedente con la giustizia e, nonostante la giovane età, è già un affermato commerciante grazie al lavoro e alla dedizione quotidiani. Insomma un ragazzo normale, come lo era la povera Camilla”.
Il legale spiega anche che il giovane non si sarebbe mai allontanato dal luogo dell’incidente e non avrebbe mai mandato qualcun altro ad accusarsi dell’evento. “Il mio assistito – continua Sodrio – non si è mai allontanato dal luogo dell’incidente e si è persino presentato al fidanzato di Camilla, in quei drammatici attimi successivi all’impatto, come colui che era alla guida dell’Audi A4. Ha consegnato le chiavi dell’auto a uno dei vigili del fuoco intervenuti sul posto ed è rimasto lì. Poi – prosegue il legale – anche su questa circostanza del ‘misterioso’ falso guidatore va fatta chiarezza una volta per tutte, questi altri non era che il padre del mio assistito ed il motivo per cui nelle prime ore era stata fornita quella diversa versione sta nelle parole dello stesso mio cliente, così come scritte nell’autodenuncia in cui il padre avrebbe chiesto al figlio di aspettare di dire che fosse lui alla guida del mezzo per capire chi fossero i parenti della ragazza, perché aveva paura che fossero dei pregiudicati e potessero prendersela con lui”.
Il legale aggiunge che “già nel tardo pomeriggio del 27 gennaio, dopo avere avuto la certezza che Camilla era una ragazza proveniente da una famiglia di persone perbene e rispettabilissime, i miei clienti si sono recati in questura accompagnati da un altro mio validissimo collega e lì il padre ha messo a verbale quanto sopra, invitando anche i poliziotti ad interrogare il ragazzo se lo avessero ritenuto necessario, per qualsiasi chiarimento. Però il pm di turno non ha inteso procedere ad alcun interrogatorio. Loro si sono rivolti a me subito dopo. Ma prima di assumere qualsiasi iniziativa ho voluto accertarmi se vi fossero delle prove serie a riscontro di ciò che mi riferiva il ragazzo e solo quando ho avuto questa certezza ho assunto la difesa. La prima cosa che ho fatto nei giorni scorsi è stata quella di chiedere al pm l’interrogatorio del mio assistito, richiesta alla quale ho ritenuto necessario aggiungere e anticipare anche l’autodenuncia di ieri”.
L’avvocato Sodrio ha annunciato di aver chiesto alla procura di Foggia una urgente consulenza tecnica, per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. L’ultimo pensiero del legale del ragazzo va ai genitori di Camilla. “Non oso nemmeno immaginare – ha detto l’avvocato – quello che state vivendo e non ci possono essere parole per il vostro dolore. Vostra figlia sarebbe stata una fantastica penalista e proprio per questo avrebbe voluto giustizia ed accertamento serio dei fatti. Io nel mio piccolo cerco di onorarne la memoria facendo al meglio il mio lavoro”.


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