Michele, Carmela… e l’aiuto che non c’è. Essere anziani e positivi all’epoca del Covid

Michele e Carmela sono fratello e sorella. Lui ha 83 anni e lei 87, una vita insieme nel bene e nel male. Ecco, appunto…, nel male. Quando Michele si ammala (non di Covid), Carmela è al suo fianco. L’intervento in ospedale lo affronta da solo, per via dell’emergenza sanitaria, ma appena uscito Carmela è di nuovo accanto all’amato fratello ‘piccolo’, che nella vita ne ha viste tante, ma continua a lottare ancora con tutte le sue forze.

A casa Michele è accudito dalla moglie e annaspa per riprendersi. Non è più autonomo ed è costretto ad usare una bombola d’ossigeno. Le sue condizioni improvvisamente peggiorano e subito dopo i suoi familiari più stretti cominciano pian piano a cedere. Ora è Covid.

Il medico di famiglia attiva l’USCA, che prontamente giunge presso il domicilio di Michele e ne constata la positività. Intanto nella famiglia di Michele inizia un effetto domino devastante: si ammala una delle figlie, poi il genero, poi i nipoti. L’anziana moglie e la figlia che vive con loro sono ancora negative, ma non possono più avvicinarsi a Michele, che giace nel letto della sua stanza bisognoso d’aiuto.

Cosa fare? Inizia il tam tam di chiamate a medici, infermieri, amici e parenti. Nessuno può intervenire. E nel frattempo Carmela è sola a casa sua, non esce più. Ha paura. Ha iniziato a sentirsi male anche lei, ma i suoi familiari sono tutti in quarantena e non possono raggiungerla.

Michele e Carmela sono fratello e sorella. Una vita insieme, una famiglia affiatata intorno, ma ora soli ed isolati, piombati in un tunnel senza uscita.

Da Carmela non giungono notizie, mentre presso Michele si reca il genero, anche lui positivo, due volte al giorno per lavarlo e cambiarlo. Fortunatamente abitano nello stesso palazzo, ma quella sfida quotidiana alla sorte con la paura di poter contagiare la suocera e la cognata è tanta. Mi chiama, chiama altri, cerca aiuto. Non c’è nessuno che riesce a capire cosa fare.

Michele e Carmela sono fratello e sorella. Sono due anziani che hanno bisogno di essere aiutati, accuditi, mentre intorno ogni riferimento e certezza sono state sgretolate da questo maledetto virus.

Ho iniziato anch’io a chiamare in giro: medici, infermieri, i servizi sociali… Non se ne viene a capo. Come Michele e Carmela (nomi di fantasia per salvaguardarne la privacy) ci sono tanti anziani in questo momento a Manfredonia, ma non esistono attualmente nella nostra città figure che possano aiutare gli anziani positivi che hanno bisogno di assistenza.

Poi sento il dottor Michele Renzullo, medico di medicina generale, mi lancia un input: “Si potrebbero ‘arruolare’ oss che possano prendersi questo compito”. Mi sembra un’idea grandiosa e con questo articolo la passo a chi più di me può fare qualcosa. E se qualcuno può rendersi utile da subito per Michele e Carmela, può contattarmi anche in privato (mt.valente@email.it).

C’è un’emergenza nell’emergenza: non lasciamo soli gli anziani, altrimenti, se non li ucciderà il virus, li ucciderà l’abbandono.

di Maria Teresa Valente

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