Mancini (UDC Manfredonia) chiama a raccolta gli ex militanti DC

Sui cattolici in politica, e sullo spazio per un centro popolare moderato nella politica italiana di oggi “cerco di distinguere tra ragione e sentimento”. Non è una citazione letteraria, quella di Alessandro Mancini, ma l’ammissione amara che nel suo ‘Punto’ pubblicato sul sito dell’Agenzia Adnkronos , “Marco Follini ha ragione” circa il fatto che quell’esperienza, legata alla Dc, “è stata un’eccezione”.

“La Dc è finita per tante ragioni, e un episodio: un suo pezzo si è trasferito a sinistra, fuori dal centro, lanciandosi fra le braccia degli eredi del comunismo. C’è stata così la rinuncia di una parte dei cattolici in politica di mantenersi ‘perno’ dell’incrocio tra liberalismo e socialdemocrazia europea secondo l’alta ispirazione di Leone XIII, concretizzatasi nel popolarismo di don Sturzo”. Il richiamo al Papa della ‘Rerum novarum’ porta il più volte ministro della prima Repubblica a toccare con mano il tempo, e gli eventi trascorsi.

Per arrivare alla conclusione: “Oggi in politica non c’è più spazio per i cattolici come ‘partito’: i cattolici possono scegliere di andare o nel Pd, dove c’è un pezzo di Dc che ha scelto di porsi come fanalino di coda di altri, oppure di andare al seguito di altri, e non a caso alla fine della prima Repubblica.

Precisa Mancini, ora abbiano scelto di Ripartire: “Semplicemente, oggi i cattolici sono pochi, quindi irrilevanti, al massimo possono rimanere dei frammenti in casa altrui”, ma se UNITI POSSIAMO SERVIRE IL PROSSIMO.

UNIAMOCI

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