(Manfredonia a pesca sul molo, Ph: Matteo Barboni)Manfredonia sulla linea della vita al trabaccolo dell’infanzia, dove ci salivo su per guardare il mare o entrare in quella piccola casetta di legno che serviva a coprirsi dal maltempo della pioggia. Da lì Le vedute erano splendide,su quella storica palazzina di legno venivi immerso nell’blu e respiravi a tu per tu con la grande anima del paese. Ricordo ero attorniato da mille gabbiani e io in mezzo a loro,ma una nota stonava in modo gravoso, il mare scorreva di sbocchi di acqua di fogna che colorava l’acqua di grigio bianco,miscelato col verde ch’era il colore naturale delle acque del nostro luogo. Esisteva il campo di lavoro della grande stesura della terra rossa piena di operai al lavoro,quantità di enormi navi attraccate su quel porto che era il nostro orgoglio. Eravamo troppo indietro nel tempo e i minuti portavano via le ore con la fame che circolava per la città . Ma non dimenticherò mai gli spazi ampi del molo,dove era sempre pieno di gente al di là dei marittimi ,sentivi quel fumo pulito .
Era La Manfredonia delle buone maniere dei mille modi di vivere per il bene della comunità e del rispetto reciproco,della ‘Politica Sana ‘ che occupava la zona popolare e più alta della città. Io piccolissimo capivo poco ,quando sentivo parlare di personaggi di grande spicco e di alto livello umano come Aldo Moro, che arrivava in piazza di sera a fare il comizio ,grande personalità ,del partito francamente mi commuovevo per la grande coerenza,penso sempre ed unicamente che sono gli uomini giusti che fanno il giusto su questa terra ,e francamente siccome nei tempi di oggi siamo attorniati da grandissimi dilettanti e ladri di ogni genere che non ho ricordo di loro in nessuna maniera. Invece in quegli anni passavano tutti i nomi più grandi della politica, grandi pensatori di dignità morale che non si vendevano a nessuno.
Si me lo ricordo ancora quella 850 fiat bianca che al megafono invocava il nome di Berlinguer,era un piacere ascoltarlo ,io sorridevo col mio babbo perché tutti erano contenti. Ma non posso dimenticare quando c’erano le elezioni comunali Manfredonia dell’allora era piena di democratici,in un pomeriggio inoltrato quasi a buio si fermò una macchina vicino casa al Villaggio dei Pescatori,e vidi scendere un signore che si dirigeva proprio al portone di casa ,con un pacco grosso e pieno di pasta e lo consegnò a mamma per far votare un politico locale che non so neanche chi era,queste cose erano di uso quì nella mia città. Quel tempo è passato ingorgo,
di Claudio Castriotta

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