Una storia delicata rischia di complicare la campagna elettorale a meno una settimana dal voto. Ieri, FanPage, ha raccontato la storia di una donna (di cui non si sa il nome) molestata da un senatore della Repubblica. L’articolo conteneva alcuni screen delle chat fra le donne e il presunto molestatore. Sul web, dopo poche ore, alcuni utenti hanno riconosciuto l’immagine di profilo del senatore. Solamente nella serata, poi, è uscito ufficialmente il nome del politico in questione. A rivelarlo è stato direttamente il leader del suo partito: Carlo Calenda.
Il senatore in questione è Matteo Richetti, presidente del partito Azione. Calenda ha rivelato il nome di Richetti difendendolo. “Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura. Il fatto che un sito di informazione, a dieci giorni alle elezioni, riporti anonimamente accuse tanto grazie senza avere il coraggio di fare il nome del Senatore, ma pubblicando foto parziali che lo rendono riconoscibile, rappresenta un nuovo livello di bassezza della stampa italiana”.
Di alcune molestie da parte di politici italiani già a dicembre Dagospia ne aveva parlato, ma mai in maniera così netta. Secondo Repubblica, citando una denuncia presentata da Richetti quattro giorni fa, la ragazza avrebbe attribuito falsi messaggi sul cellulare al politico. Memorizzando un numero di telefono sul suo smartphone a nome Richetti. Dopodiché avrebbe inviato i messaggi a suo nome.
La versione della donna, invece, è totalmente differente. L’accusatrice parla di un colloqui ottenuto con il Senatore a Palazzo Madama nell’ufficio del Senatore. Già lì il senatore si sarebbe lasciato andare: “non passarmi troppo vicino così, sono pur sempre un maschietto”. Poi la donna racconta di chiamate continue, messaggi, richieste di cancellare foto sui social. Poi un secondo appuntamento: con la porta chiusa garantisce un lavoro alla donna in cambio di qualcosa. Poi scatta un bacio, il rifiuto della donna e le insistenze del Senatore.
La donna, dopo essere scappata, avrebbe scritto: “Perché mi hai messo le mani addosso dentro al Senato?”. La risposta: “Perché sei bellissima”. La donna quando avrebbe annunciato una denuncia avrebbe ricevuto questo messaggio: “Sì, certo, denunci un senatore con l’immunità. Stai perdendo l’uomo e l’occasione della tua vita”.
Una storia ancora poco chiara che già lascia ombre sul voto del 25 settembre e sulla classe politica.