Liliana, rumena volontaria nell’emergenza Covid per ringraziare gli italiani

Ci sono storie che cerchi ed altre in cui inciampi per caso, come quella di Liliana Stefanescu, di origine rumena, ma a Manfredonia da ormai 16 anni.

“Scusa la mia voce, io grido un po’ quando parlo”, mi dice al telefono e in un attimo s’infrange quella corazza da dura che si porta cucita addosso.

In questi giorni Liliana è finita inaspettatamente sulle prime pagine dei giornali della sua città natale, Vladimir (nella provincia di Gorj), come un’eroina. M’imbatto per caso in un articolo ripreso su fb ed incuriosita lo leggo: “in prima linea come infermiera volontaria nella lotta contro il Coronavirus, per solidarietà e devozione”.

La cerco e la contatto, ritagliandomi un po’ di tempo tra i suoi impegni lavorativi, e le chiedo di raccontarmi di più.

Mi spiega che quell’articolo ha sorpreso anche lei. Forse lo ha fatto scrivere un suo conoscente che l’ha vista in ospedale. Quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus, infatti, dato quanto stava accadendo e poiché occorreva aiuto soprattutto in ambito sanitario, ha rispolverato il suo diploma da infermiera, accantonato quando ha deciso di lasciare la Romania, e si è offerta come volontaria.

Liliana racconta che ha perso entrambi i genitori e quando era ancora in Romania le è morta una sorella di soli 24 anni, lasciando 3 bimbi piccoli. Da un momento all’altro si è trovata a provvedere a questi bambini più i suoi due figli ed ha deciso di partire da sola in cerca di un futuro più solido.

Giunta a Manfredonia, si è data da fare con diversi lavori, fatti anche contemporaneamente, come barista, cameriera e donna delle pulizie. Nel frattempo i bambini sono cresciuti e Liliana si è affermata come imprenditrice, avendo aperto lo scorso anno una ditta di pulizie e sanificazioni.

Nonostante il gran da fare, soprattutto in questo periodo, Liliana appena smette di lavorare si precipita in ospedale e si mette a disposizione come volontaria e a volte non ha tempo nemmeno di rientrare a casa a riposare.

Temprata da una vita non facile, è una donna forte, ma con un grande cuore.

In un momento in cui siamo ormai ben consapevoli che forse ‘non tutto’ andrà bene, viste le migliaia di morti, l’economia al collasso e la pandemia virale che sta lasciando il posto a quella sociale, è bello comunque scoprire che anche nei momenti più difficili c’è sempre qualcosa di bello che emerge.

“Sono stata fortunata, ho trovato tanta gente brava quando sono arrivata qui a Manfredonia ed in questo momento così triste, ho voluto ricambiare il bene che ho ricevuto”, confessa emozionata.

di Maria Teresa Valente

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