Quando, all’inizio della scorsa estate, sentimmo parlare del salvataggio di più di cinquecento migranti, avvenuto al largo delle coste libiche, non immaginavamo che tra i protagonisti di questa rischiosa operazione vi fosse anche un nostro concittadino. Abbiamo potuto saperlo per l’onorificenza della Medaglia d’argento al valore che è stata assegnata, il 7 febbraio scorso, al primo maresciallo della Marina Domenico Lombardi, nato a Manfredonia poco più di quarant’anni fa.
C’è chi alza muri per chiudere le frontiere e chi, più vicino a noi, propone di abbattere i campi rom con le ruspe. Quando ci si trova in mare, tra le onde del Mediterraneo magari, perché è il proprio lavoro e perché lo si è scelto, le polemiche sui profughi, invece, non hanno senso. Il primo maresciallo Domenico Lombardi lo sa bene e lo ha mostrato “tuffandosi in acqua e sottraendo a sicura morte un gruppo di naufraghi che, stremati e privi di salvagente, stavano annegando”, recita il decreto del Presidente della Repubblica.
Il 25 maggio 2016, il pattugliatore Bettica, su cui è di servizio Lombardi, durante la missione di sorveglianza e sicurezza marittima nel canale di Sicilia, individuò un peschereccio in precarie condizioni di galleggiamento, con numerosi migranti a bordo. Scattò, così, la prima fase del soccorso: quella durante la quale si mettono a mare le imbarcazioni e si distribuiscono i salvagenti individuali. L’euforia dei cinquecento e passa migranti, alla vista dei soccorsi, provocò, però, oscillazioni del barcone tali da farlo capovolgere e, mentre la fregata Bergamini aveva inviato i propri mezzi navali e fatto decollare l’elicottero per lanciare le zattere di salvataggio, l’equipaggio della Bettica si impegnò, senza tentennamenti, nelle operazioni di recupero dei migranti finiti in mare. Cinque i migranti deceduti, ma ben cinquecento quelli salvati.
Mentre i Paesi europei scaricano le loro responsabilità, c’è chi non esita nel mettere a repentaglio la sua stessa vita. Mentre i Governi trattano il dramma dei profughi in termini di costi e risparmi economici, il primo maresciallo Lombardi “dimostrava brillanti capacità marinaresche ed esemplare coraggio, esponendo scientemente la propria vita a manifesto pericolo” e ci ricorda, con le sue gesta eroiche, che questi ‘disperati’, come li chiama qualcuno, sono soprattutto nomi, volti e storie.
“Non conosco di persona il primo maresciallo, ma sono certo che, in cuor suo, porta sempre con sé la nostra Manfredonia, della quale rappresenta una delle doti più apprezzate: la generosità. A nome di ogni manfredoniano orgoglioso della sua città e dei suoi concittadini che si distinguono positivamente, esprimo massimo apprezzamento – commenta il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi – per la professionalità, il senso del sacrificio, nonché l’altruismo, del primo maresciallo Domenico Lombardi. Grazie per l’esempio che ci ha dato, dimostrando come, di fronte a quella che poteva essere una tragedia ben peggiore, anche una sola persona può fare la differenza”.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia