“La santità genera e rende annuncio missionario il cammino della nostra Chiesa che è nell’amato Gargano”

ASSEMBLEA DIOCESANA

11 SETTEMBRE 2020

Intervento di Mons. p. Franco MOSCONE crs, arcivescovo

Introduzione: stiamo dentro un viaggio

La nostra Arcidiocesi è dentro un viaggio iniziato con la Lettera pastorale del 2015 Va e d’ora in poi non peccare più (Gv 8, 11) – generare nella Misericordia.

La nostra Chiesa ha deciso di fare proprio il percorso avviato dal Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, prendendo sul serio i 5 verbi proposti dallo stesso:

USCIRE

ANNUNCIARE

ABITARE

EDUCARE

(verbo che stiamo sviluppando 2019-2021)

TRASFIGURARE.

Si tratta di un percorso, o “processo” pastorale (per usare il termine caro a Papa Francesco) impegnativo e che necessita di tempi lunghi (cfr. EG 222-225: Il tempo è superiore allo spazio) e che si poggia su almeno due convinzioni di base:

Nel viaggio-processo i tempi si adattano al cammino, non il cammino ai tempi!

Già a gennaio-febbraio scorso esprimevo la convinzione di dedicare un anno in più al verbo educare (cfr. “educare è un verbo che non può limitarsi al percorso pastorale legato a un anno, perché corrisponde all’anima della missione stessa della Chiesa”. Cfr. Let. Il Seminatore… p. 6)

Due esempi:

Poi apparve e si impose il Covid-19

Evidenzio quattro aspetti vissuti nelle comunità ecclesiali da mantenere vivi e continuare ad utilizzare come talenti terminata l’emergenza coronavirus:

  1. La Chiesa non è stata “chiusa”, ma è risultata attivissima in tutti i settori, eccellendo soprattutto in quelli sociali e caritativi. Le chiese (luoghi di culto) sono rimaste “aperte”, tanto fisicamente (orari in cui i fedeli potevano accedere ed anche trovare un sacerdote a disposizione), quanto virtualmente (entrando nelle case-famiglie con gli strumenti multi mediali).
  2. La Chiesa vive delle quattro dimensioni (catechesi, liturgia, koinonia e diaconia): nessuna di queste è venuta meno. Sì è maggiormente evidenziata la dimensione caritativa, dimostrando che quanto si celebra ed annuncia lo si vive sul serio, senza guardare a spese. L’operato delle Caritas e delle varie associazioni e movimenti caritativi hanno dimostrato con i fatti che la Chiesa “cura” la carne di Cristo e che veramente ha scelto di stare dalla parte dei poveri.
  3. I rapporti con le Istituzioni civili, soprattutto a livello locale, si sono fatti più stretti. E’ stata riconosciuta la conoscenza che le Parrocchie e le presenze religiose posseggono relativamente ai bisogni del territorio, dei cittadini e loro necessità. Si è stretta maggiormente un’alleanza tra amministrazioni civili, parrocchie ed enti del terzo settore: sempre si è auspicato una tale relazione, la situazione pandemica ha come obbligato a tale “alleanza” di fini ed opere.
  4. Si è parlato a lungo, prima del coronavirus, del bisogno di “abitare il sesto continente” (il mondo dei social), ebbene, è stata l’occasione per “abitarlo” sul serio. Sono nate un’infinità di attività e presenze (non solo messe in streaming) che quasi si potrebbe parlare di “colonizzazione religiosa” di internet.

Credo che si possa affermare che nel silenzio della quarantena il sentimento religioso e la presenza della Chiesa si sono presentati “porto sicuro”, elementi di riflessione e stimolo a sentirsi uniti: comunità di persone che prendono coscienza della loro fragilità e precarietà. Si tratta di una categoria antropologica (= l’umanità unità dalla fragilità e precarietà) da colorare di Vangelo mostrando il volto autentico della Chiesa. La figura di una Chiesa “Maestra” oggi non è più in grado di farsi comprendere, mentre diventa comprensibile ed attraente una Chiesa di uomini in cammino, fragile con i fragili, che vive ed assume la precarietà come sfida e campo della propria missione.

Due elementi si sono particolarmente messi in rilievo e come illuminati:

A) le tante opere di carità messe in campo, in poco tempo e con effetti positivi sulla popolazione, sono diventate segno forte che “la Chiesa c’è e si sporca le mani”: segno apprezzatissimo dalla gente, che ha percepito il carattere pasquale del “mettevano in comune i loro beni” (cfr. Atti degli Apostoli).

B) la presenza di molti laici (animatori, catechisti, insegnanti di religione, operatori, ecc.) che si sono impegnati sul web, con momenti di riflessioni, preghiera e catechesi. È emerso un volto di Chiesa più di popolo e meno dipendente dalla presenza sacerdotale: una Chiesa comunione, non tanto gerarchica, in sintonia col messaggio del Concilio Vaticano II.

Alcuni punti su cui riflettere e lavorare per sviluppare i talenti scoperti durante la pandemia.

Lettera per il 2020-2021: AMATO GARGANO … per continuare a EDUCARE

Pochi giorni prima dello scoppio della pandemia, il 2 febbraio, il Papa firmava l’Esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia. E’ un testo che non si limita alla regione sud americana, ma che consegna suggestioni capaci di mettere fermento evangelico (cfr. Mt 13, 33 e Lc 13, 20-21) a tutti i territori ed in tutte le culture: anche al nostro Gargano! Ecco allora le linee pastorali per l’anno 2020-2021, dal titolo “Amato Gargano! … per continuare ad educare generando nella misericordia”. Esse ricalcano quanto preparato e esposto per l’anno 2019-2020, integrate utilizzando i quattro sogni auspicati da Papa Francesco in Querida Amazonia (n. 7). Siamo chiamati a incarnare i quattro sogni nel nostro territorio e cultura garganica. Per questo, oggi, più che un “consegnare” è un ri-consegnare le Linee pastorali 2019-2020, è un ri-partire rinnovati e confermati dal magistero di Francesco e dal trovarci in tempo di pandemica.

Sintetizzo i quattro sogni collegando ognuno ad una Linea pastorale precisa (per la sintesi ho utilizzato quanto elaborato da un giovane confratello per i catechisti della propria parrocchia).

Per dar respiro al primo sogno possono aiutarci le suggestioni raccolte nella mia Lettera pastorale circa l’educazione alla socialità e alla diaconia del lavoro (pp.73-80).I cristiani sono protagonisti della crescita e dello sviluppo del proprio territorio, combattendo l’individualismo e promuovendo atteggiamenti di accoglienza e equità in consonanza con il Vangelo.
A questo riguardo, per appoggiare il sogno culturale, può diventare utile far riferimento a quanto scritto nella Lettera pastorale a proposito di educazione alla affettività e proposta della bellezza della famiglia (pp.69-73).I conflitti sono generati da una percezione distorta dei propri sentimenti e dei propri affetti, spesso costituiscono un ostacolo nella recezione del messaggio evangelico. Una visione sbagliata dell’idea dell’amore e della bellezza getta molte ombre sul nostro annuncio incentrato sul Dio – amore (cfr. Gv 10, 14ss. il Pastore buono e bello)
Per dar corpo al terzo sogno vengano riprese le pagine della mia Lettera pastorale circa l’educazione alla legalità (pp.80-84) ed il messaggio dei Vescovi della Capitanata per la Quaresima 2020 dal titolo Per amore del nostro popolo (Is 62, 1).E’ questo un punto focale per il nostro territorio e società tanto civile che ecclesiale del Gargano…Educare alla legalità significa innanzitutto prendere coscienza della realtà per quella che è, senza nascondersi dietro false etichette, paure, morosità e sterili lamentele, cercando di innescare processi positivi nelle scuole, nelle associazioni, nei gruppi di riferimento a cui si aderisce, nelle parrocchie e nella società civile.
Per dar ali al quarto sogno possono risultare appropriate le riflessioni della mia Lettera pastorale sull’educazione alla missionarietà (pp. 64-69).La missione è il carisma comune dei cristiani, certamente da riscoprire come radice evangelica del nostro operare nella Chiesa e nelle sue strutture. Secondo le parole di Gesù, i discepoli devono sempre tenere insieme l’annuncio e la missione: “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo ad ogni creatura…” (Mc 16, 15); cfr. le parole di Paolo nella prima lettura di oggi, “annunciare il Vangelo non è per me un vanto, è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo” (1 Cor, 9, 16).

Tre esercizi per dare sostanza ai quattro sogni

  1. Grande esercizio di ASCOLTO attento: i quattro sogni possono essere alimentati e possono trovare la modalità per farsi strumenti di trasformazione evangelica della realtà alla sola condizione di diventare tutti capaci di Come ho ricordato nella lettera pastorale ascoltare è il primo verbo ausiliare di educare, in tutte e tre le forme: passiva, riflessiva e attiva.

“Oggi è più che mai necessario entrare in un onesto ascolto delle gioie e delle fatiche di ogni membro del popolo di Dio e soprattutto di ogni giovane. Sull’ascolto la Chiesa nel suo insieme deve ancora lavorare tanto, perché troppe volte, anziché ‘esperti di umanità’, possiamo essere considerati persone rigide e incapaci di ascolto”[1]

  1. Apertura costante al DIALOGO

“Il dialogo nasce dalla convinzione che nell’altro, in colui che ci sta difronte, ci siano sempre delle risorse di natura e di grazia … è lo stile che esalta la generosità di Dio, perché riconosce che la sua presenza è in ogni cosa e che quindi bisogna trovarla in ogni persona, avendo il coraggio di darle la parola … perché l’amore di Dio non abbandona mai nessuno. Non dimentichiamolo mai!”.

  1. Sforzo di DISCERNIMENTO.

“Nei grandi momenti di cambiamento sono emerse persone e gruppi che hanno vissuto un vero discernimento nello Spirito. Hanno individuato vie di uscita inedite, strade nuove mai battute … fare discernimento per garantire la prossimità con il popolo di Dio, per riformare l’economia e la finanza, per escogitare nuove forme di solidarietà e servizio”.

Durante quest’anno cercheremo di attivare questi tre esercizi: ascolto, dialogo e discernimento. Cercheremo di compierlo a tutti i livelli e attraverso tutti gli strumenti: i consigli (da quelli parrocchiali ai diocesani) con particolare importanza agli incontri di vicaria, gli uffici pastorali, le associazioni e i movimenti. Conto soprattutto sull’apporto del Laicato: per questo motivo, ho pensato di affidare ad un gruppo di laici l’Ufficio diocesano per il laicato con l’impegno di stimolare in maniera sostanziale il discernimento, che sempre deve accompagnare le proposte della pastorale diocesana, in vista di scelte operative.

E’ nostro dovere guardare anche alle “strutture” (da quelle fisiche a quelle organizzative e di sistemazione della geografia diocesana): di sicuro ce ne sono da rinnovare, completare, modificare o addirittura da abbandonare … non dobbiamo temere per questo. Le “strutture” sono strumenti, non obiettivi da raggiungere e ancora meno fini da realizzare. Ricordiamoci che la frase più pericolosa in vista del futuro è: “si è sempre fatto così”! L’unico fine è l’annuncio del Vangelo, e se le “strutture” lo appesantiscono o diventano contro-testimonianza, dobbiamo avere il coraggio di liberarcene: la fedeltà è unicamente a Cristo e al suo Vangelo (Mc 8, 35).

I quattro sogni per diventare realtà hanno bisogno di una palestra: la SANTITA’

Una domanda riunisce insieme i quattro sogni: quale santità genera e rende annuncio missionario la nostra Chiesa che è nell’Amato Gargano?

La stessa geografia del Gargano parla e si fa icona di santità.

La storia del Gargano racconta come la nostra Chiesa e territorio siano stati palestra di santità fin dai primi secoli e ci consegna un patrimonio di santità da custodire e sviluppare.

Nella lettera ho citato due santi fragili, che hanno fatto della fragilità una piattaforma d’acciaio e sono diventati giganti di fede e carità operosa:

  1. San Camillo de Lellis: “Dio è tutto … il resto è nulla”.
  2. San Pio da Pietrelcina: “il tutto si compendia in questo: sono divorato dall’amore di Dio e dall’amore del prossimo” (20 novembre 1921, Ep. I, 1247).

Fratelli e sorelle non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!” (E.G. 83)

                                                                                                         + p. Franco Moscone crs

[1] Citazioni da Papa FRANCESCO nella presentazione del libro “Pastorale giovanile 2. Intorno al fuoco vivo del Sinodo” del Salesiano d. Rossano Sala (insieme al gesuita Giacomo Costa è stato segretario speciale del Sinodo).

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