La bufala dei “cinesi” in attesa alla Basilica di Siponto e l’era della post verità

Se il 2016 è stato l’anno delle bufale giornalistiche, il 2017 – a Manfredonia – parte alla grande, sotto un segno positivo e prospero. La bufala in questione, pubblicata nell’edizione odierna de “la Gazzetta di Capitanata” a firma di Michele Apollonio, titola “C’erano 20 cinesi in coda”, facendo riferimento ad una foto circolata su Facebook il 31 dicembre scorso, ritraente un gruppo turistico in attesa di entrare nel Parco Archeologico di Siponto.

 

Nell’articolo, maliziosamente imbastito di dati e analisi completamente estranei al tema approfondito, si accettano per veri i dati e le informazioni pubblicate da un singolo cittadino su un social network. Di fatto, il giornalista prende per vero l’attesa di dieci minuti del gruppo di “cinesi” davanti all’ingresso della Basilica. Nulla di più falso. Il gruppo, come confermano sia gli operatori presenti che la guida turistica Giuseppe Frattarolo di Daunia Tour, è arrivato prima delle 10.00 ed è entrato nel sito archeologico in perfetto orario. “Il 31 dicembre un gruppo di trenta persone, fra giapponesi, indiani, australiani, brasiliani, messicani e alcuni accompagnatori italiani, hanno visitato regolarmente il Parco Archeologico di Siponto dalle 10.00 in poi. Io, con l’interprete del gruppo, ho accolto i turisti un quarto d’ora prima delle dieci e pochi minuti dopo i custodi hanno aperto il cancello per fruire regolarmente del sito. Le polemiche comparse sui social sono strumentali, l’ingresso della Basilica alle ore 10.00 era aperto e completamente accessibile”, commenta Giuseppe Frattarolo.

 

L’articolo, poi, colpisce tutto e tutti mancando, però, i feriti. Parla di azione fallimentare dell’Agenzia del Turismo, notoriamente estranea (al momento) alle gestione dei beni culturali della città, sottacendo il lavoro egregio che gli enti proprietari stanno portando avanti sulla via della valorizzazione del patrimonio cittadino (e a cui va il nostro sentito ringraziamento e apprezzamento).

 

Una polemica sterile e infondata che non tiene conto del lavoro avviato dall’Agenzia per la gestione integrata dei beni culturali di Manfredonia. Una polemica falsa e pretestuosa, montata ad arte, che dovrebbe ritenere fallimentare solamente questo modo distorto di raccontare la realtà. Per chi non vuol farsi mancare niente, e fa della denigrazione di quanto di buono un territorio produca la propria bandiera, l’era della post-verità è il tempo ideale.

 

Ufficio Stampa e Comunicazione Manfredonia Turismo – Agenzia di Promozione.

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