Il Fasano passeggia sul Manfredonia: termina 4-1
Brutto stop per il Manfredonia che perde malamente a Fasano, subendo quattro reti al passivo che avrebbero potuto esserne cinque, quando al 27′ della ripresa, il palo negava la gioia del goal a Corvino.
Vittoria ineccepibile, vittoria di Agovino che dal suo arrivo sulla panchina del Fasano, ha letteralmente stravolto tatticamente la sua squadra, mentalizzandola a meraviglia ed ottenendo, a fior di vittorie, una media punti che l’hanno tirata fuori dalla zona playout e la proiettano a pieno titolo verso la salvezza diretta.
Goal della bandiera segnata da Sepe, giocatore di razza pura impiegato nel 3-5-2, come quinto in sostituzione dell’indisponibile De Luca.
Peccato che un giocatore della sua caratura, con un centinaio di partite tra i professionisti, 74 in serie D, non abbia potuto esprimere appieno le sue potenzialità.
Non solo, da tempo sembrerebbe essere tra i calciatori ai quali sia stato richiesto di trovare collocazione altrove, quindi, in altre società calcistiche.
Difesa standard schierata a tre con Forte, Giampà e Castaldi. Nella mediana, chance dall’inizio per Prencipe nel ruolo di mezz’ala supportato da Diambo, play davanti alla difesa, Giacobbe vertice alto posisionato sulla trequarti, con Venanzio quinto di mezz’ala di attacco a destra.
In avanti, quali terminali offensivi, Caputo e Calemme. Gara dai ritmi blandì nei primi dieci minuti con le squadre impegnate a studiarsi.
Al 13′ la sblocca il Fasano con Battista lesto a mettere in rete un un pallone respinto da Antonino su calcio di punizione dalla distanza battuto da Corvino.
Al 18′ va ancora in gol il Fasano con Corvino che mette la sfera in rete su calcio di punizione aggirando la barriera che ingenuamente si scompone al momento del tiro.
Unico squillo del Manfredonia al 44′ con Giacobbe che raccoglie di testa un pallone servito da Venanzio per indirizzarlo in rete ma trova il paratone di Lombardo.
Al 8′ del st terza rete per il Fasano e doppietta di Battista su rapida azione di contropiede. Al 30′ del st ci pensa Marsico a concretizzare per i suoi il poker, mettendo in rete un pallone respinto da Sapri e non spazzato via dalla difesa.
Questa la cronaca di una gara nella quale il Manfredonia avrebbe dovuto mostrare i muscoli ma soprattutto un gioco, rapido, verticalizzante ed offensivo, anziché aspettare il recupero del pallone e tentare raramente la sortita in avanti, lasciando il pallino del gioco quasi costantemente nella disponibilità del Fasano che secondo il cronista, se mal non ho intenso, a consuntivo, avrebbe disputato un allenamento più che una partita vera e propria.
Veniamo alle cause di questa disfatta ma prima ancor vi sono da evidenziare i dati statistici, quindi, sono stati ottenuti solo 2 punti nelle ultime 4 partite con 10 goal subiti e due fatti.
Nonostante gli ultimi avvicendamenti di calciatori, nelle tre linee di reparto, non pare che la musica sia cambiata in meglio. Riflessione. Da qualche tempo o meglio con l’arrivo di Matteo Montinaro, geometra dai piedi sopraffini ed autentico metronomo del centrocampo, il Manfredonia aveva trovato il giocatore che oltre a recuperare palloni, dettava i tempi delle giocate.
Perché privarsene oggi ed affidare le stesse incombenze a Diambo, giocatore di valore indiscusse ma pcon le caratteristiche tecniche più della mezz’ala che del play davanti alla difesa?
Lo stesso Fausto Coppola, uno dei migliori in campo nella gara contro il Casarano con propensione ad attaccare la profondità perché non trova un impiego più costante?
Parliamo anche in questo caso di un giocatore con una presenza in B, 38 partite in serie C e 164 in serie D, nonché capitano del Gravina nella passata stagione con 8 goal segnati all’attivo.
Da ultimo, Gaetani e Caputo presi per sostituire giocatori che la piazza definiva “deludenti” , ossia Tedesco e Scaringella. Mi pare che stiano già correndo il serio rischio di diventare i “soggetti misteriosi dell’ultima campagna acquisti o qualcuno addirittura azzardebbe una possibile partenza. Tutti entusiasti per Gaetani, rapido esterno di attacco con propensione al goal.
Gaetani, Caputo e Calemme, notoriamente sono esterni di attacco, poco o meglio per niente compatibili con il modulo 3-5-2 che li vede come terminali offensivi centrali che ne limitano i loro movimenti e le loro sortite.
Inoltre, dal 27 dicembre, è dato notorio che la squadra non sia più allenata dal valido preparatore atletico Beppe Bianco che ha iniziato, in estate, un suo piano di lavoro atletico ed avrebbe dovuto portarlo a compimento assumendosene le responsabilità.
In attesa di chiarimenti sulla sua posizione starebbe provvedendo Mr Franco Cinque. Anche una veloce riflessione sui portieri si rende necessaria.
Nonostante l’arrivo dell’esperto Antonino, con Sapri, prima mentalizzato per essere il titolare e poi relegato in panchina, non si è ottenuto quanto si sperava, quindi, una sensibile riduzione dei goal al passivo. Con questo non si intende in alcun modo colpevolizzare Antonino, me ne guarderei bene, nonostante qualche errore veniale che pur ci sta nel calcio.
Con il suo arrivo, si è stati costretti ad inserire un under in più nella formazione quando la maggior parte delle squadre gioca, con il portiere under e quindi con un over in più in campo che spesso si rileva determinante nell’economia della gara.
Con la sconfitta di oggi assolutamente dolorifica cambiano le prospettive e si amplificano le difficoltà per la salvezza, quella diretta. Si prenda consapevolezza che il segreto del successo dell’anno scorso è stato il frutto di organizzazione, di grande amalgama tra allenatore, direttore sportivo, staff e spogliatoio con il supporto immancabile della tifoseria.
Non è più tempo di alibi, quali mancanza di giocatori, torti arbitrali, sfortuna o altro. Servono idee e concretezza in fase realizzativa e soprattutto non prendere goal. Da ultimo, si metta da parte l’orgoglio che spesso fa solo danni e si pensi seriamente all’ipotesi di richiamare il direttore sportivo che possa aiutare l’allenatore nella gestione del gruppo, notoriamente legato allo stesso e soprattutto possa consigliarlo e confortarlo come nella passata stagione nelle scelte per il meglio al fine di raggiungere la salvezza che, nonostante tutto, sarebbe ancora alla portata. La notte porti consiglio.
Antonio Castriotta
Credit Lucia Melcarne