Il 26 aprile 1001 appare la Madonna dell’Incoronata

Era il 26 aprile del lontano 1001 qunando ad un uomo che si trovava a caccia nel bosco del fiume Cervaro apparase all’alba su una grande quercia la Beata Vergine Maria. La storia tramandata secondo la tradizione narra che la Madonna mostrò all’uomo la Statua della Madonna Nera per chiedere che la stessa venisse posta in venerazione all’interno di una chiesa da erigere sul luogo dell’apparizione. A quella visione si aggiunse un contandino, che secondo fonti antiche si chiamava Strazzacappa, che appese alla quercia la sua caldarella trasformata per l’occasione in una lampada attraverso un po’ di olio.

L’ICONOGRAFIA

Una leggenda che si intreccia con il culto e la devozione, confermata dalle antiche fonti che esprimono attraverso l’arte e le immagini il racconto di questa apparizione: secondo l’iconografia della Madonna dell’ Incoronata, ritorna con insistenza la figura del boscaiolo che prega devotamente e offre l’olio per allestire un’improvvisata lampada alla Madre Celeste. Tuttavia, altre sono le immagini che raccontano dell’apparizione: la quercia con la statua poggiata sul fogliame e ai piedi il contadino con i buoi. Ancora, il nobile cacciatore con i suoi cani ai piedi della quercia. Oppure, immagini che mostrano sia il nobile cacciatore che il contadino nell’atto di pregheria così come immagini che raffigurano solo la Vergine. Secondo altre fonti ci sarebbero immagini che mostrano le “Due Madonne”, l’una accanto all’altra, a testimonianza della narrazione secondo la quale la Vergine sarebbe apparsa lasciando una Statua perchè la venerassero.

LA CHIESA DELL’INCORONATA

La Capitanata ha una lunga storia di pratiche devozionali. Tra queste spicca il culto per la Madonna Nera dell’Incoronata. L’origine di tale culto si perde nella notte dei tempi. Alcune fonti letterarie collocano l’inizio della venerazione al secolo XVII, mentre fonti archivistiche attestano la sua esistenza fin dal 1140. In seguito all’apparizione, venne costruita la chiesa che fu affidata alla cura prima dei monaci Brasiliani di San Guglielmo da Vercelli per il periodo dal XI al XVI secolo e successivamente ai Cistercensi. Nel secolo XVII l’Incoronata divenne commenda cardinalizia poi, all’inizio del secolo XIX,  fu tolta alla giurisdizione dell’autorità ecclesiastica e venne affidata alla gestione dei laici. Questo fu il periodo più brutto per il Santuario che vide diminuire di molto l’affluenza dei pellegrini. Nel 1939 l’Incoronata ritornò alla diocesi di Foggia e fu affidata alla cura dei Figli della Divina Provvidenza, fondati da Don Luigi Orione.

LA BASILICA

Nel 1978 Papa Paolo VI elevò la Basilica in cui era custodita la preziosa statua dell’Incoronata alla dignità di basilica minore. L’interno è arricchito dall’immensa corona bronzea che è appesa alla cupola con soli otto tiranti liberi e oscillanti, immagine suggestiva che colpisce sin dall’ingresso. Sopra il monumentale organo di 2000 canne costruito nel 1982 dal Maestro Alessandro Girotto. Annesso alla basilica, troviamo il grande Santuario che ospita, ogni anno, migliaia di fedeli provenienti da ogni parte del mondo. Nel corso del tempo, si è costituito, intorno all’edificio sacro, un borgo abitato.

L’OLIO BENEDETTO

Da tempo immemorabile, i devoti ed i pellegrini si ungono la fronte con l’olio benedetto prima di salire a venerare l’antica statua della Madonna. L’olio è un sacramentale, cioè un segno sacro per mezzo del quale vengono ottenute grazie e doni da Dio. L’olio benedetto dell’Incoronata trae la sua ori­gine dal prodigio della lampada che il pastore Strazzacappa mise ad ardere per devozione sul ramo della quercia il giorno dell’apparizione della Madonna.

IL MUSEO DEGLI EX VOTO

Tante sono state le grazie concesse e i miracoli ricevuti da parte della Madonna dell’Incoronata. A testimoninaza di questo, un museo della Misericordia Divina, una raccolta dei prodigi della Vergine Maria dell’Incoronata. All’interno del Santuario è presente un edificio, sotto al porticato, di fianco all’area per le messe all’aperto, dove sono raccolti centinaia di ex – voto. Si tratta di quelle tavolette votive che, nel corso dei secoli, tanti fedeli hanno consegnato in segno di ringraziamento per un miracolo ricevuto. Qui è possibile osservare delle vive testimonianze che raccontano il radicamento del culto sul territorio, ma restituiscono anche uno spaccato di vita di epoche ormai lontane così come la testimonianza di fede.

Oggi come allora tanti sono i fedeli devoti al culto della Madonna dell’Incoronata.

Exit mobile version