I cani sono sempre stati vittime dell’uomo incivile

Manfredonia – PARTO dalla storia avvenuta qualche giorno fa, relativa al cane morto e maciullato per strada tra l’indifferenza della gente, come se fosse un pezzo di cartone o un barattolo da prendere a calci.
Come posso spiegare a queste persone che i cani sono esseri viventi: il loro tragitto è come il nostro, breve o lungo che sia. Proprio uguale ad un altro essere venuto al mondo, il loro cuore batte come il nostro. Allora chi siamo noi per sopprimere la loro esistenza?
Chi vive nel mondo ha il dovere di essere civile, dunque rispettare le regole, allora cerchiamo di eliminare quella grande indifferenza che circola in ogni stato di terra dove tutto è un circolo continuo. Così per i bambini, così per i bisognosi che vivono per terra senza dignità e senza denti, così per donne zingare che girano con i bambini in braccio con la mano protesa in avanti, così per i bisognosi.
Allora siamo tutti figli di San Francesco, il più grande santo delle regole in favore della povertà. Per Francesco gli animali rappresentavano la vita più pura, migliore. Per concludere questa storia: nel lontano ’76 – ragazzino – mentre mi allenavo per una gara campestre, mi trovai nei pressi di una collinetta della cava dove di fronte mi trovai uno scenario stravolgente! Dieci,pensate, dieci cani impiccati a degli alberi verdi che piangevano conifera lungo i rami che li accarezzavano. Oggi come ieri: simbolo delle barbarie umane.
di Claudio Castriotta