Don Canonico di una Chiesa del centro (1946)

Manfredonia – UN Prete. Lo chiamavano il Prete, canonico di adozione sipontina ma di origine napoletana. Il capo, il controllore per eccellenza di più del sindaco della città, lui, lo scudo crociato che possedeva l’intero popolo nella mano destra, ospitava gente che strisciava il più delle volte per sopravvivenza. Per necessità.
Gestiva con le sue mani ,che impastavano anche lungo il tragitto che portava a Roma in poi, affiliato degli americani quando arrivarono in Puglia compreso Manfredonia per la liberazione dei tedeschi e degli ultimi fascisti che dimoravano e controllavano al setaccio il paese. Don Canonico più che un sacerdote sembrava un politico con l’abito nero e il colletto bianco come il suo partito. Quanta gente della mia popolazione ha subito ingiustizie (…) ma le persone giravano la testa dall’altra parte. Difficilmente qualcuno osava contraddirlo.
Ora che sono grande mi tornano in mente le ultime parole di mio padre, quando mi riferì che il don canonico gli rispose in un modo non ortodosso e con dei gesti delle mani. Quando il babbo proseguì verso il bar del suo parente per prendersi una bibita da rinfrescarsi il cuore.
Claudio Castriotta