COERENZA, TRASPARENZA, LEGALITA’, VISIONE STRATEGICA DEI BENI COMUNI. DI QUESTO HA BISOGNO LA CITTA’
Alcuni giorni fa la maggioranza dell’amministrazione La Marca ha varato il provvedimento chiamato “Piano Casa”, un piano che prevede nuove realizzazioni immobiliari, senza il consumo di suoli e per il quale merita il nostro plauso.
La presentazione però su un quotidiano locale on-line di un primo rendering del progetto “Fronte-Mare”, ossia una mega_cementificazione ex-novo su quasi un Km quadrato della città ha confermato l’incoerenza e la mancanza di visione di questa Amministrazione.
Tali aree sono state sicuramente lasciate a degradare per decenni per poi favorire questa grande speculazione edilizia nel cuore della città e direttamente sul mare.
Ma la legge 431 del 8 agosto 1985 conosciuta anche come legge Galasso è ancora in vigore? Come è stata coniugata dal comune di Manfredonia nel Piano Regolatore? E’ rimasto il vincolo del divieto di costruzione dentro i 300 metri dal mare in cui rientrerebbero tutte le nuove costruzioni?
Manfredonia ad ogni modo non ha bisogno di altro cemento in quell’area, ma di un visione strategica che sposi i bisogni veri della comunità sipontina, in quanto la proliferazione edilizia, specie se di tipo speculativo, rientra in forme di sviluppo sostanzialmente negativa. Difatti essa non produce ricchezza diffusa, ma solo per un limitato settore di fortunati redditieri. Per gli altri rimangono solo marginali e temporanee forme occupazionali e, nel tempo, impoverimento per tutta la comunità.
Alla luce di quanto sopra detto non si può non concordare con quanto sostenuto dal documento elaborato dal comitato “La Ferrovia da salvare”. La ferrovia di Manfredonia “Campagna” va salvata, perché indispensabile allo sviluppo sostenibile della città e ammodernata attraverso l’elettrificazione e implementata con tante corse giornaliere come per la Foggia-Lucera, migliorando l’osmosi e la circolazione stradale, come fatto altrove, tra il lato via di Vittorio e lato fronte mare con opere che garantiscono connessione e sicurezza.
Poi si può pensare a un utilizzo di quei suoli per rigenerare a nuova vita Siponto e il lungomare che la unisce a Manfredonia.
Un progetto che potrebbe essere messo a concorso e a cui potrebbero partecipare le menti più brillanti di livello locale e nazionale.
Questo sarebbe un segnale di svolta per una città e una comunità che aspettano da decenni un cambiamento forte anche nel modo di gestire i beni pubblici.
Manfredonia ha bisogno di una “rigenerazione” globale, non solo urbanistica e amministrativa, ma delle menti e il cuore delle persone di buona volontà e illuminate del territorio per far comprendere in modo chiaro l’esigenza della valorizzazione delle immense risorse della città, risorse trascurate e vilipese da anni e anni di cattiva gestione, per arrestare l’emorragia demografica di cui il dott. Di Bari parla nel suo ultimo lavoro e che dovrebbe preoccupare non poco tutti noi.
Manfredonia 4 agosto 2025 Il Comitato
La ferrovia da salvare