Citta’ di Manfredonia: la piu’ insopportabile delle disuguaglianze

In un precedente articolo ho evidenziato come anche la città di Manfredonia sia afflitta da disuguaglianze di reddito e di ricchezza posseduta che ha determinato la più insopportabile delle disuguaglianze: quella delle pari opportunità. Quando il 5% delle famiglie detiene quasi l’80% della ricchezza totale della città l’effetto devastante è l’espansione della rendita improduttiva e parassitaria a discapito del reddito da lavoro.

Fatto 100 il reddito disponibile annuo costituito da reddito da lavoro e da reddito riveniente dalla ricchezza posseduta, solo il 41,33% è reddito produttivo da lavoro invece, il 58,67% è rendita da capitale prodotto dalla trasmissione dinastica o da disfunzioni di sistema.  Quando si arriva a ciò, il passato divora il futuro, le generazioni passate vivono a discapito di quelle presenti e future.

L’aspetto più drammatico di questa situazione è che solo le famiglie più ricche possono far studiare i propri figli negli istituti e nelle università migliori, mentre la stragrande maggioranza non può permettersi di dare un futuro migliore ai propri figli poiché non ha i mezzi per consentirgli di migliorare la posizione economica e sociale attraverso la conoscenza e la formazione continua. In altre parole è impedito ai tantissimi di scegliersi i genitori giusti. Chi nasce in un contesto familiare precario ha pochissime possibilità di migliorare la posizione dei genitori. Non vi è più uguaglianza nei punti di partenza e, ciò costituisce una palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione.

I dati e il grafico che seguono mettono chiaramente in evidenza questa disuguaglianza di opportunità che costituisce un grave e “criminoso” limite alla crescita e allo sviluppo della città di Manfredonia, poiché deprime i consumi, impedisce l’innovazione e la creazione di nuove imprese e non risolve i tanti problemi di mancanza di occupazione e di povertà sempre più crescenti.

I dati riportati sono spietati ed evidenziano che le famiglie più agiate con un reddito superiore ai 90 mila euro annui hanno per il 75% i propri figli all’università, mentre quelle fino 20 mila euro riescono solo il 10% delle famiglie a mandare i figli a studiare all’università.  La linea è sempre più crescente rispetto al reddito disponibile.

Purtroppo alla nascita non è possibile scegliersi i genitori e, per i più “sfortunati” ciò costituisce un limite a migliorarsi sempre più attraverso la conoscenza e l’apprendimento continuo, che sono beni pubblici che permettono più uguaglianza e livelli di distribuzione della ricchezza più sostenibili.

Le disuguaglianze sono presenti in ogni Paese del mondo è, un fallimento del mercato al quale prima o poi bisognerà porre rimedio attraverso politiche economiche redistributive. La specificità delle disuguaglianze nella città di Manfredonia è dovuta a posizioni di monopolio e di lobby dominanti che hanno beneficiato di decisioni politiche accomodanti e pilotate a loro favore, rivolte soprattutto al settore delle costruzioni, delle professioni e dei servizi.

In altre parole, le enormi disuguaglianze create non sono la conseguenza naturale di una differenza di talento, di istruzione e di conoscenza ma, di un trasferimento di ricchezza di tante famiglie della classe media a poche imprese per lo più prenditori senza capitali, proprietari terrieri fortunati e professionisti legati alla politica. Per chiamarla con il vero nome è ricchezza arraffata e non creata. La bolla immobiliare degli anni passati è stata la principale delle cause di questa insopportabile disuguaglianza.

Se non si porrà rimedio la città non avrà alcun futuro migliore. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha compreso bene questo problema e, tra le Missioni più importanti vi è l’istruzione e la formazione (Missione 4 – Istruzione e Ricerca), variabili indispensabili per la crescita e lo sviluppo. I fondi a disposizione ammontano a circa 19,5 mld di euro, di cui il 64,5%, pari a 12,5 mld, destinati ai territori meno sviluppati e in transizione. Sono fondi destinati a favorire la scolarità e le competenze.

Numerose ricerche internazionali mostrano una forte correlazione fra i livelli di istruzione delle persone e lo sviluppo. Nei Paesi sviluppati oltre la metà della crescita del PIL è legata al reddito di chi ha una laurea.

Non intercettare questi fondi per migliore la città sul piano dell’istruzione e della ricerca costituirebbe una sconfitta storica ed epocale la cui responsabilità ricadrebbe tutta sull’attuale classe dirigente pubblica e privata. La politica ha un ruolo chiave in tutto ciò poiché il suo compito è avere Visione, capacità progettuale e costituire rete e cooperazione tra tutti i soggetti da coinvolgere.

Un detto orientale diceva: “Se vuoi un anno di serenità innaffia i fiori. Se vuoi dieci anni di benessere cura gli alberi da frutto. Se vuoi una vita di prosperità coltiva le persone”.

Nicola di Bari

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