“Ciao Carlo”

Ti chiamavo Carletto, perché sembravi un bricconcello e mi facevi venire in mente la canzone di Corrado. In realtà era solo apparenza, perché avevi un cuore enorme e per gli altri davi tutto te stesso.

Io l’ho capito subito e quando siamo stati colleghi al Comune sei stato per me uno degli amici più cari.Eri divertentissimo e mi ricordo di quell’inverno di quasi 15 anni fa quando ci ritrovammo alla stessa scuola di ballo e mentre tu volteggiavi leggiadro, da vero ballerino provetto, io ero impalata sul pavimento col mio futuro marito.

Non ci davi tregua con le tue battute e se ci penso, sorrido ancora. Quando poche settimane fa, ancora ignaro di quanto stava accadendo, mi avevi chiamata per raccontarmi in pieno lockdown della tua disavventura al Pronto Soccorso, ti avevo preso in giro dicendo che ormai eri anziano. E tu mi avevi mandata a quel paese, dicendo che non eri affatto vecchio e che non avevi ancora 60 anni.

Li avresti compiuti a settembre di quest’anno, di un giorno che purtroppo non potrà più vederti festeggiato.La notizia della tua morte ha sconvolto tutti e qualcuno, incredulo, ha voluto pensare ad uno dei tuoi scherzi. Invece è stata la vita, stavolta, a giocarti un terribile scherzo. Me l’hai confessato tu, sornione, appena pochi giorni fa.

Riuscendo a fare battute persino quando a malapena avevi la forza di parlare.

A tua moglie, che amavi con la tenerezza di un adolescente, e a tutta la tua famiglia va il mio abbraccio più sincero.

Ciao Carlo! Ti ricorderò sempre con immenso affetto.

Maria Teresa Valente

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