Chiude Telejato, la tv contro la mafia. Maniaci: “Non c’è riuscita la mafia, ci riesce lo Stato a farci chiudere”

Una delle televisioni più controverse e battagliere dell’etere locale chiude. Dopo trentatré anni, chiude Telejato, l’emittente televisiva siciliana fondata, diretta e edita da Pino Maniaci. La tv, che chiuderà perché non è stata ammessa alla graduatoria delle emittenti locali che trasmetteranno con gli standard del digitale terreste di seconda generazione, negli anni è stata protagonista di numerose inchieste e servizi giornalistici contro la mafia e il malaffare siciliano. 

Fondata nel 1989 da Alberto Lo Iacono, la televisione nata fra Partinico e Corleone era legata a Rifondazione Comunista e fu valorizzata da Maniaci che dall’epoca ha rafforzato l’identità della tv grazie al suo tg battagliero. L’ultima grande battaglia di Maniaci, raccontata anche in un documentario Netflix “Vendetta, guerra nell’antimafia”, è stata quella contro Silvana Saguto, ex Presidente della sezione misure di prevenzione di Palermo. 

“Non c’è riuscita la mafia con i suoi attentati a farci chiudere, non ci sono riusciti pezzi del tribunale di Palermo e ci riesce lo stato”, ha commentato Pino maniaci. “Quando abbiamo preso in gestione Telejato non avevamo niente: abbiamo iniziato all’interno di una stanza di pochi metri quadri, con un computer un po’ malandato e con un sogno: quello di rompere il culo alla mafia e ai poteri forti. Era il 1999 e da allora ne sono successe di cose”. 

Il nuovo sistema del digitale terrestre non permette dunque a Telejato di trasmettere. Infatti, per continuare ad avere una frequenza in Sicilia l’emittente avrebbe dovuto pagare 40mila euro, soldi che la tv non ha. “Abbiamo difeso questa emittente con le unghie e con i denti – continua Maniaci, prima dai mafiosi e poi da un pezzo di magistratura palermitana. Oggi l’ennesima battaglia, e stavolta non c’entra nulla la mafia”.

Telejato, però, continuerà a trasmettere in streaming sul suo sito. Maniaci, inoltre, ha dichiarato di essere riuscito a ottenere alcuni spazi nei telegiornali di TVM. Farà un tg più soft perché, come ha promesso alla direttrice del telegiornale, non vuole allungare la lista di più di 380 querele per la sua attività giornalistica. 

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